il ritorno (il nibbio bruno, la poiana, la rondine)

Marzo 25th, 2008

Menaggio, martedì 25 marzo 2008 h 14,30

il ritorno
(il nibbio bruno, la poiana, la rondine)

Ieri mattina scendendo dai monti di Rezzonico dopo un fallimentare escursione scialpinistica, era lì nei cieli della Terra di Mir, inaspettato incontro alle 11,30 della mattina, bruno come il suo nome, inconfondibile come la coda, il primo nibbio dell’anno.
Nel pomeriggio freddo e ventoso di una pasquetta insolitamente bassa, anche la riserva del Lago del Piano non ha dato forti emozioni, se non al tramonto, quando intorno alle 17,52 sopra di me, sopra una radura mai percorsa prima, tra una frasca di faggio ed una cima di abete, eccola volteggiare in cerca di una preda, la prima poiana della stagione, col suo piumaggio marrone chiazzato.
Ed oggi in perfetto orario come lo scorso anno alle 14,30 del 25 di marzo, stavolta nel cielo sopra la fontanella del lungo lago eccola, la prima rondine che… non fa primavera, come dice il proverbio, e conferma il freddo di oggi, di ieri, la nevicata dell’altro ieri, Pasqua.

Bentornati

© Giovanni Salici
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kayak 11a uscita: l’odore del canneto

Marzo 18th, 2008

Menaggio, martedì 18 marzo 2008 h 9 ca in acqua scritto dopo quasi un mese sob

kayak11a_uscita
l’odore del canneto

Il cielo è terso stamani e ho voglia di respirare quell’aria che in alcuni meandri della Riserva del lago del Piano ti avvolge attirandoti come un nettare dolce attira un’ape in un giorno di primavera.
Avete mai avuto la fortuna di respirare il canneto?
Dovete essere fortunati, predisposti al “dialogo” con la Madre; (ammesso di sentirlo) per i più probabilmente è solo un odore, forse anche lievemente acido, un misto tra essenze puramente selvaggie, odori naturali, escrementi e sentori di piume mosse dal vento, per me è un profumo preciso, piacevole e intenso che mi fa sentire parte di quell’ambiente fantasticamente unico e isolato che è il fragmiteto.
Lo percorro avanti e indietro (il canneto), sono dentro di lui, sono nel suo respiro, nel lieve e silenzioso respiro di un germano, nello sguardo immobile di una folaga a cui passo accanto, nel volo improvviso di un ardeide. Read the rest of this entry »

la danza degli svassi

Marzo 3rd, 2008

Menaggio, lunedì 03 marzo 2008 scritto dopo una settimana h 11 ca

la danza degli svassi

Il giorno dopo la pulizia del laghetto del Piano col kayak tornai alla riserva di buon’ora, beh, non proprio prestissimo ma intorno alle 8,30 della mattina ero già alla Casetta. Intendevo fotografare gli svassi nella loro parata nuziale. Vincenzo il guardia parco mi aveva detto il giorno prima che una coppia proprio davanti alla casetta spesso durante la giornata si “esibiva” nella danza. Purtroppo però quella mattina non si vedeva la coppia li davanti quindi decisi di penetrare nel canneto ovest proprio vicino e percorrendo i sentieri degli ungulati che lo attraversano giungere sino al promontorio. In qualche cosa mi sarei imbattuto, magari avrei sorpreso il tarabuso nell’interno del canneto, oppure il volo di qualche germano da un’angolazione suggestiva, o una piccola cannaiola o chissà cosa. In realtà la mattinata si stava dimostrando noiosa, purché sempre rilassante dato il luogo, ma a parte un gruppo di alberi nel fragmiteto*, dei rami di salice riflessi in una pozza e qualche folaga non troppo vicina, nulla.
Passeggio sul promontorio Brione, sulla riva, vi sono degli svassi e mi apposto, non molto convinto, nell’attesa Read the rest of this entry »

kayak 8a uscita: L’avvertimento

Gennaio 27th, 2008

Menaggio, domenica 27 gennaio 2008 h 19 circa

L’avvertimento (non è ancora il tempo di morire)

Tutto cominciò ieri mattina, quando sin dalle 10,30 seguì un gruppo di kayakers di Sottocosta che in Cimento Invernale (una traversata del Lario annuale) traversarono il lago tra Dervio e Rezzonico per costeggiare poi sino a Menaggio. Non scesi in acqua ieri un po per malavoglia un po per seguire inquadrature più “aeree” sui fiordi di Mir. Certo che il contatto ravvicinato e la soddisfazione di un piacevole articolo sul Corriere di Como, non fecero altro che farmi salire la voglia di scendere in acqua oggi.
L’idea, quasi subito “naufragata” era quella di una levata degli ormeggi intono alle 10 per poi dirigersi nell’arco di 3 ore sino a Brienno ma, mia madre mise lo zampino, prendendomi per la gola con una irrinunciabile polenta uncia, uno dei miei piatti preferiti. Come dire di no…. secondo me l’ha fatto apposta.
Quindi decisi nonostante la polenta uncia e i ripetuti appelli di mia madre: “non andare”… di scendere in acqua con tranquillità verso le 14,10. Read the rest of this entry »

il Gufo di Mir

Gennaio 25th, 2008

Menaggio, venerdì 25 gennaio 2008 h 11,30

il Gufo di Mir

Oggi ho visto un gufo reale volare via silenzioso.. è la prima volta che lo vedo. Apertura alare circa 1,8-2 m.
Il mio amico Vassilli mi ha mostrato un parco di una casa a Mir (Nobiallo), solo che ha fatto un casino e il gufo è scappato.
Splendido nel volo silenzioso come un guerriero di altri tempi. Sovrano della sua terra!

© Giovanni Salici
All right reserved

kayak 7a uscita e 1a del 2008: il Relitto

Gennaio 23rd, 2008

Menaggio, mercoledì 23 gennaio 2007 h 23,30

Questa uscita potrebbe avere diversi titoli:
1a uscita dell’anno,
20 aironi nel cielo,
tentata traversata,
il relitto,

cominciò e finì per colpa di Massimo

non so che titolo dare a questo episodio de “Le avventure di Gio il temerario”….

Tutto potrebbe iniziare il giorno prima; un conoscente (visto una volta, presentatomi dal mio amico Massimo) mi manda una mail di quelle tipo catene di Sant’Antonio con scritto “se non invii questa ad altre tot persone… domani ti succederà qualcosa di brutto”. Subito l’ho mandato a cager rispondendo per mail a lui e tutti coloro inseriti nella mail medesima, ed in seguito, stamane mi son detto, visto che non ci credo oggi vado in kayak! Read the rest of this entry »

Ho rotto il ghiaccio

Gennaio 3rd, 2008

Menaggio, 03 gennaio 2008 h 17 ca

Da … al Lago del Piano alle 15,45…
Ho rotto il ghiaccio.

Con Gio il Temerario nella parte dell’esploratore ardito, ed il laghetto del Piano nella parte del burlone.

Oggi nevica, come non essere attratto dall’andare al Laghetto del Piano a cercare qualche airone o cormorano sotto la neve? Una di quelle belle foto invernali che pochi possono avere.
Arrivo al laghetto intorno alle 15,30 ma dalla spiaggia nord appena sotto l’abitato noto subito che vi sono delle chiazze sul ghiaccio, che è tra l’altro ricoperto da neve.
Resto titubante poiché guardandomi in giro un po’ noto che in alcuni punti sparsi vi sono delle pozze.
La vedete la mia testa con sopra il punto di domanda?
Però dall’altra parte vi è gente che attraversa il lago ghiacciato… Read the rest of this entry »

kayak 6a uscita: Rezzonico

Dicembre 31st, 2007

Menaggio, lunedì 31 dicembre 2007 h 11,30 canoa in acqua davanti all’asilo

kayak 6a uscita: Rezzonico

Dovevamo essere in due per l’ultima uscita dell’anno. Io e Raffaele “il pazzo della seta”.
Ma visto il bidone che mi ha tirato decido di uscire come sempre in solitaria nonostante il vento del nord abbastanza deciso. Tanto deciso che per entrare nel pozzetto della canoa mi bagno moltissimo anche se non cado. Le onde continuano a ribattere lo scafo contro il muretto e poi lo riportano fuori io resto in bilico e faccio fatica a entrare e poi a prendere la pagaia che ops.. ho messo troppo in la… per fortuna uno spettatore con bimbo al seguito, incuriosito da me che intrepido mi accingevo a entrare in acqua, decide di aiutarmi e passarmi la pagaia. Parto ma sono molto bagnato (per fortuna che ho messo i pantaloni di goretex da montagna), nel pozzetto c’è acqua, quindi svolto la punta Stoppani e dopo 50 metri mi porto in spiaggia per vuotare la canoa.
L’idea della giornata era comunque quello di fare le foto col berretto di Babbo Natale che non ero riuscito a fare la vigilia e tanto meno il giorno di Natale.
Qualche foto burlesca e simpatica. Difatti mi porto sul nuovo molo di via Milyus dove la mia fotografa Barbara può scattare alcune immagini con me in acqua col berretto e dietro Menaggio e la Grona.
Qualche bimbo da lontano incuriosito si sarà chiesto cosa facesse in giro ancora Babbo Natale senza renna e con una canoa gialla il 31 dicembre? E che ne so!
Qualche foto mentre do da mangiare ai cigni davanti alla piazza e poi via…
C’è vento da nord e quindi decido per un viaggio tranquillo e corto verso Griante, che è più riparato.
Ma… Read the rest of this entry »

La Montagna che parla

Dicembre 26th, 2007

Bregagno di notte, notte di Santo Stefano tra mercoledì 26 dicembre 2007 e Giovedì 27
Scritto sabato 24 maggio 2008 tra le h 22 e le h 24

La Montagna che parla

Era la sera di Santo Stefano del 2007; quello stesso giorno, e, la giornata del Natale, il tempo era stato abbastanza freddo con foschia e un grigiore di fondo.
Da qualche tempo alcuni conoscenti del gruppo ambientalista di cui faccio parte mi avevano parlato di una “classica” invernale che quasi ogni anno svolgevano. La salita in notturna a Sant Amate, con relativo pernottamento.
Sant Amate è una cappella montana che si trova in una piccola conchetta di una sella, al riparo dal vento che sferza ….. E’ il confine, indefinito e miscelato tra le radici del Monte Grona e le pendici del monte Bregagno e Bregagnino (ex “cartellone” tra gli anni 60 e 80).
L’idea di salire in montagna alla sera e, di dormire nel bivacco poco distante, mi aveva da subito interessato e la mia indole avventurosa e mistica erano incuriosite, oltretutto il fatto di essere in pieno inverno (il giorno dopo Natale) rendeva ancora di più interessante l’escursione.
Temetti che l’operazione “Sant Amate di notte” saltasse all’ultimo, proprio perchè il tempo che nei giorni addietro era stato migliore, era cambiato nei due giorni precedenti. In effetti alcuni componenti avevano deciso che non era il caso di restare a dormire per via del freddo, della logistica, della legna e bla bla…..
Pensai che fosse un peccato; comunque, alla fine decisero di salire sulla montagna e armato di torcia, zaino, il minimo abbigliamento e l’occorrente per una escursione senza troppi pesi, mi unii contento al gruppo.

Alle 20,30 partenza da Menaggio, alle 21 circa partiamo tutti dai monti di Breglia e incominciamo a a salire sul sentiero. Nonostante l’assenza della luna ed un cielo non terso, la luce di riverbero dei paesi del lago produceva nel velo fosco una sorta di tenue ma efficace effetto luce soffusa. Quindi non fu necessario l’utilizzo delle torcie. Eravamo una decina, la serata personalmente non mi appariva fredda, mi misi in testa a tirare le file e ascoltando un po’ i dialoghi tra i componenti più vicini, la salita sino al Sasso xxxx fu abbastanza veloce, circa 30 minuti.
Il giorno di Natale avevo visto un documentario su un tipo che viveva insieme ai lupi, era divenuto da prima il loro maschio alfa, poi essendosi allontanato per un periodo, al ritorno non era più un alfa ma dovette sottomettersi al nuovo leader. Tutto questo per introdurre il fatto che…. una volta raggiunto il Sasso xxx mi fermai per qualche minuto a ululare alla valle. Sotto di me, il lago percorso da immense vie di luce e costellazioni artificiali. Io lì, sulla roccia come un lupo a ululare alla mia terra.

Mancavano una manciata di metri e arrivammo tutti alla chiesetta di Santa Amate intorno alle 21,37.
i miei amici dopo una breve sosta merenda ripartirono per salire sino al Bregagnino mentre io rimasi indietro perchè stavo fotografando. Rimasi velocemente solo, appena fuori dalla cappella; mi tolsi la camicia di seta (si, si proprio di seta, era festa!), mi asciugai e mi rivesti (la camicia di seta funziona benissimo contro il freddo intenso in montagna, funge da barriera come il Gorotex solo che a differenza di questo non traspira, per cui… tiene il freddo, ma se cammini sudi come un maiale che suda).

La notte cominciò a far sentire i propri umori… il profumo del silenzio ti accarezza la pelle, il cielo sopra, nero fondo, degrada sino a diventare arancio sopra le grandi urbanizzazioni, il vento spinge l’aria che sale, dal Varò, e come una mandria di cervi che transuma il valico, sale e si miscela alle correnti che provengono dal lago. La Grona apre le sue cime tagliate dalla lama dei millenni, le sue pareti grigie si fondono col nero di questa notte chiusa, mi prende in un abbraccio, tutto e così avvolgente. Riparto e salgo per raggiunger il gruppo.
La salita è irta, faticosa; non ve più sentiero ma un lento vagare a destra e a sinistra come in un paradiso fantastico. Mi ritrovo a camminare su cuscini di morbida erba color paglia in cui le mie gambe a volte affondano e mi piace lasciarmi andare ed abbandonarmi sdraiato in questo enorme letto morbido e asciutto. Si accende una luna bianca e indefinita nella foschia. La solitudine dell’uomo non mi è più un peso in questo grande spazio a metà strada tra la realtà e la fantasia, a metà strada tra il mistico e l’energia della materia, a metà strada tra Sant Amate e il Bregagnino.
E’ difficile spiegare quello che successe in quella notte misteriosa dove io e Lei ( la natura col suo cielo, il suo mantello erboso, gli animali della notte e la sua energia) ci unimmo e ci confidammo come mai prima.
Forse il cielo scese, e forse la montagna parlò, ma in un attimo ebbi una risposta ad una domanda che non avevo fatto. Lei mi disse che non avrei mai dovuto temere per la mia vita, perché io La rispetto e Lei mi avrebbe sempre protetto. Sentii che non avrei dovuto temerLa. Aggiunse, che qualora vi sarebbe stato un pericolo, mi avrebbe dato dei segni, degli avvertimenti, che avrei potuto “leggere” per correggere le mie rotte.
Avrei voluto restare lì quella notte, a dormire su quelle pendici in un tepore irreale. Non mi sarebbe servito il sacco a pelo, né coperte o fuochi; sarebbe bastato l’alito del lupo a coccolarmi e la voce della montagna mi avrebbe sussurrato una dolce aria per addormentarmi.

So che stenterete a credermi, e so che mi prenderete anche per matto.
Ma non mi interessa. Penserete che sia frutto di fantasie di una artista che soffre di disagio interiore, ma vi assicuro che l’energia che sentii quella notte nella mia solitudine, e, l’energia che sento ogni volta che entro in un bosco, ogni volta che appoggio la guancia ad un tronco, che incrocio uno sguardo di un uccello, che affondo la pagaia nell’acqua del mio lago, ogni volta che mi sdraio per terra e mi copro di azzurro, vi assicuro che non è una sensazione comune ma qualcosa che mi lega a qualcos’altro che….. non è palpabile, se non, con un sesto senso.

Continuai il mio viaggio e raggiunsi la vetta.
Ritrovai il gruppo, che non aveva avuto la mia fortuna quella notte, ed improvvisamente il vento soffiò ed il freddo si fece acuto come se fossi riemerso da uno stato di “assenza”. Mi sentivo diverso, privilegiato.
Capivo la differenza tra il mio pensiero, il mio sentire, la mia serenità interiore di quel momento, e il semplice guardare il panorama con una tazza di te ed il sentire il freddo degli altri.

Per tutto il ritorno rimasi indietro e lontano dal gruppo. Quasi a non volere ritornare nel mondo conosciuto.
Scesi di nuovo lungo quei percorsi che mi avevano regalato emozioni inimmaginabili. Sentivo ancora la presenza di Lei attorno a me, dentro me. il suo respiro profondo. La sentirò sempre.
Anche oggi a distanza di mesi, il pensiero di quella notte mi conforta, non è un ricordo che può svanire, resta sempre una presenza, un’energia.
La mia Vita è stata quasi sempre una ricerca faticosa di spazi, di qualcosa che manca, una fatica nell’affermare le mie idee, le mie convinzioni, una ricerca a volte disperata di …. un’impalpabilità di qualcosa che forse non è materiale. A volte è una lotta contro mulini a vento.
Credo di potermi definire un artista, e comunque molti mi deferiscono così; inoltre sono nato sul lago.
Questa è una miscela esplosiva di emozioni, abitudini, ricerche interiori, solitudini, malinconie, sensazioni, visioni… una miscela che spesso mostra i propri lati drammatici di un qualcosa che come canta Elisa… non c’è.
Ma sono fortunato perché nonostante questa dannata malinconia perversa che mi porto dietro e dentro (e ho capito che la porterò per sempre… finché morte non ci separi), ho un senso in più che mi fa raggiungere un mondo diverso, mi arricchisce interiormente e … sorridendo… paradossalmente …. mi allontana ulteriormente dal mondo di tutti, aumentando quella dannata e tormentata malinconia.

“Mi guardo attorno e pare tutto un grande presepe senza comparse”
“Non dimenticherò mai quell’ erbetta di morbida e chiara delle pendici del Bregagno”
“La montagna fa sentire la sua energia”

© Giovanni Salici
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kayak 5a uscita: quando l’acqua è dura… i duri cominciano a pagaiare….

Novembre 30th, 2007

Menaggio, venerdì 30 novembre 2007 h 18,00

quando l’acqua è dura… i duri cominciano a pagaiare….

Oggi l’acqua era calma a tratti un po’ di brezza, poi un po’ di breva, ma comunque dura.
Non si muoveva tanto il kayak… e siccome non si muoveva ho deciso di portarlo fino Bellagio.
Si ragazzo! Sono partito col mio kayak ed ho affrontato l’acqua dura, ho attraversato il lago con rispetto ma sicurezza.
Ho fermato i motori a metà lago e….. ho tirato fuori un panino con olive come si tira fuori un coniglio dal cappello.
Uomo! Ero li in mezzo all’acqua dura col mio panino; ero il padrone del lago oggi. Non c’erano traghetti ne battelli per lo sciopero.
Ero lì solo in mezzo al lago, sotto la Grigna.
Poi ho proseguito sino a Bellagio, ho fatto 2 chiacchiere con un cigno che mi è venuto incontro dandomi il benvenuto; ho attraccato, sono sceso, ho fatto 2 passi…: “scusi sa che ore sono?” “sono le 2 e 10”.

Bene sono partito da Menaggio alle 13,15, Sono arrivato a Bellagio alle 14 ca.
E’ ora di ripartire… sono risalito in tutta tranquillità, ho salutato il mio amico cigno e via… e l’acqua era ancora più dura.
Ho continuato, Read the rest of this entry »