Menaggio, domenica 04 maggio 2008 h 20,00
I Topini
Vi è quella terra tra Mir e Gaeta, che racchiude in se dei gioielli di biodiversità che quasi nessuno riesce a cogliere ed a scoprire. Forse per fortuna, così da evitare le classiche passeggiate domenicali coi bambini schiamazzanti e i genitori incuranti. Forse invece sarebbe meglio far conoscere questo patrimonio naturale, affinché non diventi pure questo un luogo appetibile a quelle bande di criminali palazzinari che stanno facendo scorribande e bottini su tutto il lago.
In questa domenica pomeriggio di lieve foschia tra odori cattivi del depuratore e dolcissime fragranze di fiori di primavera, ho percorso avanti e indietro il tratto dove le Terre di Mir scendono a picco a incontrare le Acque del Lario, fondendosi l’una a l’altra come in un fiordo nordico. Questo paradiso dove il contrasto tra la roccia che scende sin negli abissi profondi ed il cielo che accoglie l’acqua blu intenso, mi ha regalato una sequenza di emozioni che fa contrasto coi pomeriggi passati ad aspettare nel silenzio dei noccioli.
Ho alzato gli occhi, ancora dilatati dal buio della vecchia galleria della Regina, un volo pacato mi ha sorpreso, il Gheppio, con la coda aperta a ventaglio e gli occhi che scrutavano la possibile preda; poi i gabbiani reali col verso lamentoso che trasmette quella sensazione di una vita tra solitudine interiore e condivisione esteriore; l’airone cenerino planante e goffo nella ricerca di un ramo su cui posare. Tra l’alternarsi di questi eventi che si andavano a ripetere, tornavo di tanto in tanto nel buio più discreto dove ho incontrato i Topini.
I topini non sono dei ratti carini, ma delle rondini (Riparia riparia) fantastiche che nidificano nelle cavità rocciose o …. nelle abbandonate gallerie. Ho passato molto tempo fotografando il nido, i loro voli così eleganti, il loro poggiare saltuariamente su una roccia, Ho provato a instaurare un contatto “vocale” cercando di rispondere ai lori canti.
Non so se sono riuscito perché non ho mai avuto una dimestichezza col fischio, ma mi piace pensare di si; di fatto ho scambiato suoni per circa 20 minuti con un topino attaccato alla parete a pochi metri, ma quasi invisibile, cercando di farmi accettare. Di fatto ho sentito il loro sbatter d’ali passando vicino a me, ho visto il loro sguardo ancora timoroso verso questo personaggio umano che una domenica come tante, ha passato un sereno pomeriggio in compagnia di due topini.
© Giovanni Salici
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