la danza degli svassi

Menaggio, lunedì 03 marzo 2008 scritto dopo una settimana h 11 ca

la danza degli svassi

Il giorno dopo la pulizia del laghetto del Piano col kayak tornai alla riserva di buon’ora, beh, non proprio prestissimo ma intorno alle 8,30 della mattina ero già alla Casetta. Intendevo fotografare gli svassi nella loro parata nuziale. Vincenzo il guardia parco mi aveva detto il giorno prima che una coppia proprio davanti alla casetta spesso durante la giornata si “esibiva” nella danza. Purtroppo però quella mattina non si vedeva la coppia li davanti quindi decisi di penetrare nel canneto ovest proprio vicino e percorrendo i sentieri degli ungulati che lo attraversano giungere sino al promontorio. In qualche cosa mi sarei imbattuto, magari avrei sorpreso il tarabuso nell’interno del canneto, oppure il volo di qualche germano da un’angolazione suggestiva, o una piccola cannaiola o chissà cosa. In realtà la mattinata si stava dimostrando noiosa, purché sempre rilassante dato il luogo, ma a parte un gruppo di alberi nel fragmiteto*, dei rami di salice riflessi in una pozza e qualche folaga non troppo vicina, nulla.
Passeggio sul promontorio Brione, sulla riva, vi sono degli svassi e mi apposto, non molto convinto, nell’attesa inquadro il lato opposto del laghetto, la zona dell’osservatorio con i suoi pioppi e faggi su tutta la sponda si riflette nelle acque grigio verdi dando origine ad un suggestivo effetto dipinto che già mi immagino elaborato e stampato su una carta fine-art o su tela.
Mi annoio, gli svassi non danzano, e ritorno sui miei passi riposizionandomi sulla baia del canneto ovest quando improvvisamente mi sfreccia davanti, ancora come il giorno prima, il martin pescatore; questa volta é in luce piena e quindi lo vedo chiaramente, distinguo perfettamente le piume blu, il petto arancio, il lungo becco; certo posso giusto vederlo a occhio nudo perché il tempo di fotografarlo non c’è, é velocissimo. Si é infilato nei rami di salice vicino alla pozza, mi apposto anche se in realtà non sono molto nascosto. La speranza é che tra un saltello e l’altro si posi su un ramo visibile oppure che decida di tornare indietro e sperare stavolta di fotografarlo in volo (difficilissimo). Purtroppo non si muove nulla, chissà dov’è? Poi eccolo, é lontano a circa 50 metri nel canneto a circa 1,5 metri da una folaga che tranquilla staziona più in basso come una di quelle massaie che un tempo lavavano i panni sul lago di Como. Il martino é lì lo inquadro e gli scatto 2 foto che so bene non saranno granché ma perlomeno testimonierà che davvero lo l’ho visto. Poi… vola via e… più nulla. Decido di rientrare e mi capita di imbattermi in un pettirosso che s’appoggia su un ramo secco, mi osserva incuriosito dopo avermi girato intorno da qualche minuto; 200-400 stabilizzato su, scatto 1 2 3 scatti, il primo lo butterò, il secondo é valido, il terzo é … arte! E’ sovraesposto ma correttamente e perfettamente sovraesposto; il volatile é preciso, chiaro, si staglia su uno sfondo slavatissimo, bianco, con un paio di rami delicati ai bordi che si intrecciano. E’ già arte senza elaborarla.
Ormai é tarda mattinata e passeggio lungo la passeggiata sperando di vedere finalmente gli svassi…. o il tarbuso. Giungo sino al limite del fragmiteto est, la dimora dell’ardeide, ma non si vede. Mi apposto tra le canne e aspetto; vi sono due svassi e li osservo, si mettono in corteggiamento; il corteggiamento più comune consiste nel mettersi uno di fronte a l’altra e ondeggiare alternativamente il capo a destra e sinistra poi guardarsi e scuotere di nuovo il capo velocemente e simultaneamente. E’ meraviglioso, da qualche giorno osservo questi uccelli acquatici cercando di avvicinarmi di più. All’improvviso, dopo 4 ore di ricerca finalmente, quello che ancora non avevo visto, dopo il solito corteggiamento i due esemplari si immergono per alcuni secondi poi riemergono. E’ la prima volta che assisto a questa fase, “la parata nuziale”, sono riemersi ognuno con una foglia di alga nel proprio becco, si drizzano sulle zampe con notevole sforzo e escono quasi completamente dallo specchio d’acqua e rifanno lo stesso rituale precedente ma in piedi e con l’alga nel becco. Il tutto (dalla riemersione) dura circa 10 secondi, spettacolari, teneri secondi in cui scatto a raffica una quindicina di immagini, una in particolare risulterà strepitosa, geometricamente simmetrica con la coppia che si guarda negli occhi con la foglia nel becco.
La giornata é valsa, questa é la foto del giorno, anzi, la foto della settimana.

*Il fragmiteto (Phragmites australis), è la cannuccia di palude, il classico canneto fitto e fine.

© Giovanni Salici
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Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Subphylum: Vertebrata
Classe: Aves
Ordine: Coraciiformes
Famiglia: Alcedinidae
Sottofamiglia: Alcedininae
Genere: Alcedo
Specie: A. atthis
Nomenclatura binomiale
Alcedo atthis

Linnaeus, 1758

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