l’uomo e gli animali

l’uomo e gli animali
Editoriale

Menaggio, mercoledì 02 marzo 2016
Qualche giorno fa, per l’ennesima volta (in riferimento alla stampa in generale), è comparso sul quotidiano “La Provincia” in versione on-line, un articolo sul “solito” Cormorano (Phalacrocorax carbo) che sarebbe il responsabile di tutti i mali dei nostri laghi prealpini (ovvia provocazione ndr).

Dopo ben più accesi periodi remoti (vedi anche i nostri articoli a riguardo), l’argomento torna ripetutamente (per pochi giorni) di attualità in modalità periodica un paio di volte ad inverno, per poi scomparire durante i mesi più caldi e riapparire con la stagione successiva.

E faticoso dover scrivere e riscrivere sempre delle stesse cose, quando non cambiano, e quando le si sono già spiegate; anche se il tema appassiona (non lo nego).

La storia è ritrita ed ormai anche i bambini alla materna la conoscono: sotto accusa questo animale viene additato per essere il responsabile assoluto della scomparsa dell’alborella.
Niente di più inesatto, benché possa in minima parte contribuirvi, la scomparsa della povera ed indifesa alborella è legata a diverse altre ipotesi, nessuna delle quali, cormorano compreso, mai accertata ne scientificamente provata.

Non ho voglia in questo editoriale di spiegare da capo i vari perché e percome… di dissentire dalle istituzioni che decidono, in barba ed in deroga a leggi internazionali di protezione, di abbattere numerosi individui ogni anno chiamandola “gestione della fauna selvatica”… non ho nemmeno più tanta voglia scontrarmi dialetticamente con chi asserisce che i pescatori siano esasperati dalla situazione, perchè conosco anche pescatori (professionisti) che dicono che la presenza del cormorano non è rilevante.

Sono tendenzialmente “animalista” e/ma seguo nella vita regole naturali, per quanto possibile anche nella costruzione dei miei pensieri e delle mie filosofie di vita. Non lo nego, ma ciò non significa che questo articolo editoriale sia di parte, o forse si…

Mi preoccupa molto però l’arroganza umana!
Quella parte di marcio dell’uomo che vuole padroneggiare sugli animali e ….sul suo stesso simile.

Alborelle e cormorani, volpi, corvi, orsi, lupi, cervi, maggiolini, leoni e … zebre, hanno il diritto di stare al mondo in egual misura come l’uomo, rispettando le leggi della Natura che si autogestisce se lasciata ” lavorare” senza interferenze umane.

La Natura nella sua “non bellezza” ma crudeltà assoluta, ha dato ad ognuna delle specie e di singoli individui (all’interno di una specie) capacità o incapacità di sopravvivenza e di resistenza ai predatori (o meno). Ad armi pari però.
Se non ci sono più alborelle perché i cormorani se le mangiano (che ribadiamo come scritto nelle prime righe: non è esatto), pazienza. l’uomo… l’umanoide può anche mangiare altro.
E… che non mi si venga a sollevare la questione della tutela delle attività, di salvaguardare chi vive di pesca…. perchè negli ultimi anni (ed i prossimi sempre peggio) di attività scomparse, di imprese individuali, di lavoratori dipendenti o autonomi, di professioni persino specializzate, ne abbiamo persi/e a bizzeffe, e non per cause naturali ma perché l’uomo con quel che definisce “progresso” le ha fatte “saltare”…sparire.

Basta col cormorano che mangia i pesci, i cervi che mangiano l’orto … ed i comunisti che mangiano i bambini.
Ce la fate ad evolvere il pensiero e concentrare le forze mentali sui veri problemi dell’ambiente e della vita?

Prendetevela con l’unico animale che in oltre 2000 anni non ha ancora capito che sta distruggendo da solo l’intero mondo: l’uomo (Homo arrogantus) !

post scriptum come si usa aggiungere:
Con soddisfazione noto una cosa nei nuovi articoli sulla stampa in generale, non fa eccezione l’ultimo citato sul noto quotidiano locale: ora quando si parla di quanto mangia un cormorano si citano dei numeri corretti (400-500 gr al giorni) e non più quelle cappellate sparate per sensazionalismo come alcuni anni fa.
Forse grazie anche a chi, come lo scrivente, negli anni si è battuto letteralmente per raccontare la verità su questo animale, i nostri articoli son ancora pubblicati.
Invece quello che non si vuole capire è che questo uccello è autoctono, cioè, di fatto, appartiene alla nostra area
.

© Giovanni Salici
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