SISSI ipotermia dal soccorso alla sala operatoria

platea del SISSI convegno sull'ipotermia presso l'ospedale di Gravedona, sabato 20 ottobre 2012 photo © Giovanni Salici platea del SISSI convegno sull'ipotermia presso l'ospedale di Gravedona, sabato 20 ottobre 2012 photo © Giovanni Salici platea del SISSI convegno sull'ipotermia presso l'ospedale di Gravedona, sabato 20 ottobre 2012 photo © Giovanni Salici platea del SISSI convegno sull'ipotermia presso l'ospedale di Gravedona, sabato 20 ottobre 2012 photo © Giovanni Salici
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platea del SISSI convegno sull’ipotermia presso l’ospedale di Gravedona, sabato 20 ottobre 2012 – photo © Giovanni Salici

SISSI ipotermia dal soccorso alla sala operatoria

Gravedona, sabato 20 ottobre 2012
Oltre 250 tra medici, infermieri professionali, soccorritori delle ambulanze e soccorritori ambienti ostili, hanno partecipato oggi al Convegno “focus sull’ipotermia”, svoltosi presso l’ospedale di Gravedona, grazie alla collaborazione tra SISSI (società italo svizzera studi ipotermia) con la direzione scientifica del nosocomio Moriggia Pelascini nella persona del dott. Fabrizio Visetti.

Sin dalle 9 del mattino con l’introduzione di Visetti, l’incontro è stato scandito da numerosi interventi di relatori sia italiani che svizzeri, sempre interessanti e mai troppo lunghi. L’organizzazione dell’evento è stata a nostro umile parere molto buona, forse interventi un po’ veloci in alcuni tratti ma probabilmente dovuto al fatto di voler rispettare i tempi ed in questo modo, anche i partecipanti.

L’ipotermia, è un problema da non sottovalutare, questo è emerso chiaramente, benché i profani possano pensare che ipotermico sia solo un infortunato sottoposto ad un abbassamento notevole della temperatura, ne risulta invece che il primo stadio di ipotermia comincia già appena sotto i 36 gradi.
Per l’esattezza trattatasi di ipotermia lieve (34-36°), moderata (28-32°), severa (sotto i 28°).
L’ipotermia viene spesso associata a situazioni molto critiche quali per esempio un disperso sotto la neve piuttosto che un individuo che rimane esposto per una notte alle condizioni atmosferiche non idonee; in realtà come si può pi facilmente immaginare leggendo quanto sopra (lieve, moderata, severa) può rivelarsi più frequente, a volte anche in condizioni più domestiche, cittadine od in alcuni aspetti ospedalieri. Proprio nell’ambito ospedaliero spesso l’ipotermia è indotta di proposito per curare pazienti posto infartuati.

Durante tutto il congresso non sono mancati anche dei “report” su casi accaduti, anche recenti, nei quali grazie al riconoscimento ottimale di un paziente “freddo” si è potuto salvargli la vita attraverso l’applicazione di “linee guida specifiche” che spesso sono diametralmente differenti dalle procedure di soccorso di un infortunato normotermico. Da qui una frase ricorrente che ci ha accompagnato per l’intero svolgimento del meeting “un individuo non è morto se non è prima caldo e morto”, ovvero il concetto di soccorrere sempre un persona “fredda” il cui stato apparente di morte può rivelarsi errato proprio a causa della temperatura corporea bassa e di tutta una serie di conseguenze a questo.

Tra gli interventi (solo per esempio) ne riportiamo alcuni.
Alberto Zoli ha spiegato l’organizzazione del nuovo AREU Lombardia, ovvero le nuove 4 macro aree gestite da 118-112; una delle novità da poco introdotte nel 2012 è proprio questa che mette “in parallelo” le chiamate di soccorso (118) e quelle di emergenza generale (112 che sino a poco tempo fa era competenza dei Carabinieri). Oggi il 112 (che è il numero di emergenza standard per tutti i paesi dell’Unione Europea) è gestito da centrali “laiche” ( in Lombardia le stesse centrali del 118 – non più dalle forze dell’ordine ) che assicurano quindi una supervisione di tutte le chiamate, sanitarie e non, garantendo tra l’altro (cosa da non sottovalutare ndr) la risposta con un numero elevato di medici o tecnici in 21 lingue.
Il dottor Beppe Borioli-Savary (presidente del SISSI) ha poi introdotto e presentato la società, ma la sua partecipazione è stata indispensabile durante tutta la giornata, intercalando i vari relatori, anche riservando molte battute umoristiche che han mantenuto alta l’attenzione dei partecipanti e reso anche divertente la giornata.
Molto interessante per i soccorritori sul territorio è stato l’intervento di Andrea Matteri, infermiere anestesista e soccorritore, con indicazioni chiare ed alcuni consigli su presidi che vengono usati in Italia e Svizzera con successo benché a volte “fai da te”.
Il dottor Sergio Mariotti, anestesista e medico d’urgenza, è poi entrato più nello specifico sulle problematiche conseguenti all’ipotermia già dal preospedaliero, con indicazione anche tecniche molto utili per i soccorritori presenti in sala.
Il dottor Christian Salaroli, esperto anestesista dell’ospedale di Bergamo (Bergamo ed ora Lecco sono i centri di riferimento per la Lombardia sulle problematiche dell’ipotermia) ha in seguito accuratamente spiegato le soluzioni differenti da apportare ad un paziente traumatico o non, raccontando esperienze e sottolineando l’importanza che può avere il dosaggio di potassio in un paziente ipotermico, cui son seguite statistiche relative alla sopravvivenza o meno di tali pazienti.

Ovviamente come già scritto sopra questi sono solo alcuni degli interventi. Il convegno si è concluso nel pomeriggio tardo con gli attestati ai soccorritori partecipanti e le valutazioni con gli accrediti ECM a medici ed infermieri professionisti.

In conclusione ci è sembrato un buon evento che ha sicuramente lasciato una traccia importante nei partecipanti, al di là della loro preparazione (soccorritore, infermiere, medico), speriamo sia un’impronta per futuri convegni su questo tema o su altri temi specifici relativi al soccorso ed emergenza sanitaria.

© Giovanni Salici
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