senza parole…
solo… Vergogna!

Como, 12 giugno 2009
Concedetemi cari lettori,
contrariamente a quanto solitamente scrivo, cercando sempre di restare osservatore e talune volte inserendo un mio pensiero od opinione, questa volta di scrivere solo poche righe, NON un articolo, NON un prolisso scritto, NON una notizia asettica.

Non ci sono parole, commenti, nulla più da dire se non esprimere un orgoglioso dissenso verso quella classe politica o amministrativa che se frega largamente dei desideri di chi gli ha eletti e oltremodo se ne frega di esseri viventi che non possono difendersi.

C’era un cedro di oltre sessant’anni in quella piazza di Como davanti al Teatro Sociale, era lì e non dava fastidio a nessuno. Era un testimone silenzioso del tempo che passa. Era un erogatore di ossigeno. Era il simbolo di una parte di città.
Era una pianta che oltre 2000 persone chiedevano democraticamente di salvare da un taglio inutile, atto solo al nuovo progetto definito “riqualificante”.
Ricordate bene questa parola, “riqualificante” “riqualificare”, che tanto viene usata dai nostri amministratori per rendere accettabili tutti quei progetti che in qualche modo danneggiano la natura, la flora, la fauna.

In questa sede non prendo le parti di chi voleva tenere il cedro o di chi lo voleva abbattere (anche se ovviamente la mia opinione la potete immaginare).
In questa sede non si discute se il progetto “riqualificante” della nuova piazza davanti al Sociale sia intelligente o stupido.
In questa sede si punta il dito su un gesto ignobile e vigliacco: si può essere d’accordo o no … o meglio, si poteva essere d’accordo o no, sul destino di quel cedro, ma avere il coraggio delle proprie azioni davanti ai propri cittadini, davanti a tutti i comaschi, davanti a tutti.
Invece il cedro è stato abbattuto questa mattina alle 4. Quando la città dormiva ancora, quando nessuno poteva schierarsi a difesa, quando nessuno se lo aspettava.
…il coraggio delle proprie azioni….
solo… Vergogna!

© Giovanni Salici
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