un mare (xxxxxx)
Menaggio, sabato 26 marzo 2016 h 21 di Vigilia di Pasqua, Cheglio
un mare (xxxxxx)
C’è un mare la fuori,
ove sirene cantano
di notte sino all’Alba.
Caronte attende
ogni giorno, sulla riva,
sovente celato
nei panni di Morfeo.
In aperto Oceano
Onde ti scuotono
di continuo, esasperando
il tuo profilo che cambia
ogni istante la sua, tua forma.
(grigia)
C’è un mare la fuori
non compreso
da chi mai prese il largo,
il mare, l’onda, burrasca.
Marinaio, avventuriero,
viaggiatore solitario,
non pensare un istante
di poter superare il mare.
Invitalo a te, raccontagli,
condividi con lui i tuoi
respiri, pensieri, lacrime.
Solo così potrai vivere
di nuovo.
In un altro Nuovo Giorno.
Non sperare l’attracco
all’opposta riva,
non sperare,
di essere più forte.
Non sperare.
Non sopravviveresti.
Mai.
C’è un mare la fuori,
sotto spoglie di notte buia
senza Luna.
Quel mare si chiama
Tormento.
“un mare (Tormento)”
© Giovanni Salici
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Tutti i diritti sono dell’autore
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“Tu, anima buona, che come lui senti l’interno tormento, attingi conforto dal suo dolore, e fai che questo scritto sia il tuo amico, se per colpa tua o della sorte non puoi trovarne di più intimi.”
Grazie, davvero bellissima.
Grazie a te che passi sempre in questo luogo
Luogo ameno…