la corteccia
Menaggio, mercoledì 07 agosto 2013 h 16,10-16,20
studio improvvisamente
la corteccia
Una corteccia è per l’albero una parte vitale, sembra solo il suo vestito, il suo rivestimento, ma da essa è protetto e da lì sotto passa il nutrimento che serve alla vita.
Pensa a quanta energia racchiude, le storie che può raccontare, il calore che ti può trasmettere quando appoggi le tue mani profane su quella dura scorza. Così deve, costretta, essere, dura per resistere ad ogni attacco, intemperie, ferite. Dura per necessità, così tenera nel cuore, nella sua utilità di trasmettere la Vita.
Un albero deve tutto alla sua corteccia, gli anni passati, il presente, quelli verranno o no.
Un albero la quale corteccia viene interrotta su tutta la circonferenza, anche per pochi centimetri, non vivrà più; si spegnerà lentamente abbandonato a se stesso mentre intorno, solo i più attenti si accorgeranno della sua scomparsa.
Può una serie di intagli, brevi, lunghi, superficiali alcuni e profondi altri, nel tempo interrompere la Vita?
Gli amanti scrivono con le loro lame le tracce di amori che sperano siano infiniti nel tempo e non si accorgono che le loro ferite accumulate interromperanno come immani lacerazioni la stessa Vita.
Paradosso…
Cosa più dell’ Amore dona la Vita? Cosa più di Amare ci rende Vivi?
Cosa più dell’ Amore scavato, intagliato, ferito, nella dura scorza di una corteccia, stronca inesorabilmente e lentamente una Vita?!
Le gemme poi fiori in primavera si spegneranno, di colori di mille stelle nel verde cielo di larghe foglie più ci saranno.
L’Anima sola vagherà attorno ai rami spogli e grigi nelle umide nebbie dell’ultimo inverno con la sola speranza che un giovane picchio prenda lì dimora per onorare la memoria di quell’albero troppo intagliato, troppo amato.
© Giovanni Salici
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Provvisorie note dell’autore:
“la corteccia” … è l’ultimo scritto di una (attualmente) trilogia facente parte de “storia dell’albero” ovvero “il salice bianco”; composta da “storia dell’albero” scritta il 23 luglio del 2008, “l’ultimo inverno” scritto il 30 novembre del 2008 che divenne il così detto epilogo finale di questa trilogia della quale mancava proprio uno scritto che già all’epoca l’autore necessitava; “la corteccia” appunto, che per più logico svolgimento di un racconto, pur essendo l’ultimo lavoro si inserisce idealmente tra “storia dell’albero (il salice bianco)” e “L’ultimo inverno”.
L’autore non esclude ulteriori futuri scritti di questa serie.
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