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Mario Caniglia incontro studenti Ezio Vanoni Menaggio 22 novembre 2013
Mario Caniglia: un contadino contro la Mafia
i frutti della legalità
Menaggio, venerdì 22 novembre 2013
E’ giovedì sera 21 novembre, sono le ore 21, piove a dirotto, ormai piove da settimane con brevi interruzioni, questa sera c’è anche una discreta foschia, freddo. Presagio che domattina arriverà la neve almeno in quota. Eh si, chi ha voglia d’uscire? Non che in televisione vi sia qualcosa di bello da vedere, ma uscire con questo inverno anticipato…
Ma una trentina di persone mette i propri cappotti ed esce, senza timori di maltempo, per ascoltare chi fu senza timore di Mafia.
Ieri sera Mario Caniglia, un testimone di giustizia dal profondo sud, Scordia, Catania, Sicilia, ha incontrato pubblicamente la popolazione di Menaggio e limitrofi, in una serata organizzata dal Coordinamento Comasco per la Pace, La Rosa Blu, UniAmiamo l’Italia, Libera contro le Mafie, Comitato Per Una Terra a Misura d’Uomo, Istituto Ezio Vanoni.
Una testimonianza intensa da una persona vittima di ricatto mafioso, che ha saputo collaborare con la giustizia e da questo ne ha tratto vantaggi sia umani che economici.
Ieri sera poche persone presso la sala dell’asilo di Menaggio.
Questa mattina, aula magna delle biblioteca dell’Istituto Vanoni, piena, per due appuntamenti consecutivi, il primo dalle 9 alle 11 il secondo dalle 11 alle 13 (per questioni di capienza non è stato possibile effettuare un unico incontro con tutti gli studenti).
Presenti le organizzazioni che hanno voluto questa serie di incontri, oltre che la minoranza consigliare menaggina (Lista Civica per Menaggio).
Assenti sia ieri sera che stamane, rappresentanti della Amministrazione Comunale in carica o sindaci dei paesi confinanti.
Un peccato (anche in previsione della benedetta o maledetta fusione ci si aspettava un po’ di attenzione su un argomento così delicato sul nostro territorio), perché l’evento è stato profondamente sentito dai partecipanti, i giovani studenti hanno prodotto molte domande, tutte di estremo interesse. La gente vuole capire, le nuove generazioni vogliono sapere. Si è parlato anche del nostro territorio lariano, si è parlato del Lido di Menaggio (ricorderete le vicende legate ai sospetti di infiltrazione mafiosa che hanno travolto il paese in agosto), si è parlato di come sia così usuale trovare “lavatrici” di denaro sporco attraverso l’edilizia stamattina più morbidamente chiamata “movimento di terra”, si è parlato di Expo 2015 e del territorio che viene sacrificato e mangiato per questo evento.
Mario Caniglia, come lui stesso ha raccontato, era un semplice contadino, con alcuni agrumeti, che conduceva una normale vita con l’azienda familiare.
“Un giorno ricevetti una telefonata che testualmente diceva: brutto cornuto o paghi 500 milioni o ammazziamo te e la tua famiglia“.
Caniglia andò coraggiosamente quindi il giorno successivo dai Carabinieri e chiese loro di potersi mettere una microspia per poter andare in giro a scoprire chi fossero gli estorsori.
Continua Mario Caniglia “arrivai a casa e trovai la mia famiglia scossa perché nel frattempo erano arrivate altre telefonate minatorie“.
“Proprio in quel mentre squillò il telefono ed una voce disse -cornuto hai chiamato i Carabinieri e adesso ti facciamo saltare in aria-”
Queste sono le dinamiche raccontate dal contadino di Scordia questa mattina agli studenti.
Ha spiegato che il pizzo è una sorta di “assicurazione” e dal momento che paghi, poi, per ogni problema di lavoro, danni materiali, vertenze con gli operai ecc.., ti rivolgi alla Mafia che ti sistema ogni cosa.
Ma, Caniglia ha fatto comprendere chiaramente ai ragazzi che un uomo che paga il pizzo non è un uomo libero: “se avessi pagato una sola lira avrei perso la libertà – se paghi, diventi con l’andare del tempo, o un prestanome o un fallito!“.
Parole dure e profonde che hanno tenuto in un religioso silenzio incollati alle sedie gli studenti per circa due ore, due ore trascorse comunque in fretta tra testimonianze e proposte. Il messaggio è stato chiaro: “non fate compromessi con la Mafia, non pagate il pizzo, rivolgetevi e denunciate alle istituzioni“.
Più di una volta sia nella serata di giovedì che stamattina, Mario Caniglia ha rivolto ringraziamenti ai Carabinieri, in questa sede rappresentati oltre che dai componenti della scorta (vive da 15 anni sotto scorta) anche dal Comandante Roberto Zacconi della stazione locale di Menaggio.
Ha inoltre ricordato che oggi la legge 44/99 “assicura” gratuitamente chi si rivolge allo Stato denunciando estorsioni. Lo Stato attraverso il Fondo Solidarietà (pagato da tutti noi attraverso percentuali sulle assicurazioni che stipuliamo) si adopera per sostenere gli imprenditori che non soccombono al pizzo.
Come conclusione a questi incontri è evidente l’attenzione che si deve porre al nostro territorio, ove le mafie stanno “investendo” molto denaro da riciclare; lo è stato più volte detto come accennato ad inizio articolo; ed una particolare frase che il contadino ora imprenditore (che grazie alla sua scelta ha quadruplicato i suoi introiti e quadruplicato la manodopera passando da 15 operai a 60) ha detto a seguito di una domanda dal pubblico: “la mafia è un fatto culturale (…) la mafia si nutre della nostra paura (…) bisogna tagliare il cordone tra mafia e politica! Altrimenti giochiamo a guardia e ladri”.
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Immagini relative all’ incontro con Mario Caniglia: un contadino contro la Mafia a Menaggio il 22 novembre 2013
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