Corpo Forestale dello Stato:
sequestrato il Lido di Argegno
Argegno, mercoledì 19 giugno 2013
Il CFS Corpo Forestale dello Stato, sotto l’ordinanza della Procura della Repubblica di Como del pm Giuseppe Rose, ha oggi eseguito il mandato che ha posto sotto sequestro la nuova struttura del Lido di Argegno. I sigilli posti dal CFS sono dovuti alla mancanza delle autorizzazioni ambientali previste inoltre si contesta che la “ristrutturazione” è in realtà una nuova esecuzione con un aumento di volumetrie di circa il doppio, nonché l’abuso di sfruttamento di suolo demaniale. Sono cinque gli indagati tra i quali figura l’ex sindaco di Argegno Francesco Dotti, che ora è consigliere regionale di Fratelli d’Italia.
Gli altri indagati sono Silvio Lizzeri, progettista e direttore dei lavori e figlio dell’attuale consulente esterno dell’ufficio tecnico del Comune; il legale rappresentante della Edil strade Valtellina Giacomo Del Fante di Samolaco, Davide Bordoli e Corinna Albini di Lenno, legali rappresentanti del Centre Point srl.
Secondo la Procura non è legittima la delibera che ha autorizzato i lavori, che non ha rispettato le norme vigenti in tutela dell’ambiente. Inoltre la Forestale contesta l’ubicazione essendo il Lido situato sulla Foce del Telo, un torrente che negli anni passati ha più volte esondato; la zona è sottoposta a vincolo idrogeologico. Ricordiamo che nel 1998 il torrente si portò via auto e due bus in una delle sue esondazioni.
Riguardo questo progetto il Comune chiese a suo tempo alla Regione Lombardia di poter rivedere i parametri di quell’area; l’ente negò di prima battuta, poi nel 2011 senza che nessun tipo di intervento fosse stato eseguito a migliorare la situazione, la Regione senza apparenti ragioni approvò.
Purtroppo nel corso di questi anni continuiamo ad assistere quasi inermi ad una serie di aggressioni al territorio in forme varie e discutibili.
Non è la prima volta che il CFS interviene in coordinamento con la magistratura a sequestrare cantieri edili che non hanno rispettato vincoli idrogeologici, autorizzazioni ambientali, semplice misure a tutela anche solo della nostra qualità della vita. Non è la prima volta che le amministrazioni comunali sono coinvolte in queste situazioni. Queste opere restano poi (ovviamente e giustamente) come imponenti monumenti post moderni a ricordo di come il territorio è amministrato non al servizio dei cittadini. Purtroppo il ricordo sembra non distogliere da continui ulteriori dubbi progetti.
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In Italia si continua a discutere sulla instabilità idrogeologica, ma poi, dopo le grandi alluvioni, tutto torna come prima.
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Immagini relative al sequestro del Lido di Argegno da parte del Corpo Forestale dello Stato sotto mandato della Procura della Repubblica di Como, il 19 giugno 2013 – photo © GiovanniSalici.com
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Bene, anzi benissino, il sequestro del lido è una buona notizia ora speriamo si ripristini presto la situazione precedente dove c’era una spiaggia alla foce del Telo spiaggia oggi sparita con la costruzione di una riva demenziale e inaccessibile dal lago, ci sono solo grossi sassi dai quali non è possibile accedere alle acque del lago.
Certo, se si fosse stata lasciata la spiaggia, molti l’avrebbero preferita alla piscina costruita sacrificando una grossa fetta del prato, l’affare sta proprio nel distruggere la spiaggia e l’accesso al lago per obbligare chi vuole bagnarsi ad andare in piscina, che furbi!!!
Ora la magistratura dovrebbe imporre l’abbattimento anche della orribile costruzione in cemento che è un obbrobrio paesaggistico proprio sul promontorio alla foce del Telo e che se non sarà imposto l’abbattimento, un giorno ci penseranno le acque del Telo a ripristinare la sua naturale foce.
Speriamo che si possa presto tornare ad avere a disposizione quell’unica spiaggetta di Argegno a disposizione libera di abitanti e frequentatori del lago.