“i gufi non sono quello che sembrano”
Lago del Piano, mercoledì 16 maggio 2012
L’altra sera (lunedì 14) è stato liberato un gufo reale (Bubo bubo) all’interno della Riserva Naturale del Lago del Piano.
La storia in breve di questo esemplare, femmina, è che a seguito di un ritrovamento “infelice” di questo animale nella nostra zona, lo stesso è stato trattato per le cure opportune, presso l’ormai noto centro di recupero della fauna selvatica di Vanzago, realizzato e organizzato dal WWF. Nota associazione a livello mondiale che da anni si occupa a più livelli della tutela della fauna in generale.
Dopo mesi di cure, la femmina di gufo reale, è stata reintrodotta nel suo habitat naturale, certi che riprenda la sua attività e possa tornare a condurre una vita selvatica nelle nostre foreste.
Quindi una storia a lieto fine. Se non fosse che ci viene qualche dubbio sull’evento, sul fatto che sin dalla locandina pubblicitaria compariva il logo e la dicitura sulla presenza dell’Assessorato alla Caccia della Provincia di Como, confermata poi dalla presenza anche fisica del responsabile del settore venatorio Marco Testa, che di fatto ha condotto la presentazione della serata.
Perdonateci, se ci esce dalla testolina qualche punto di domanda che poi trova delle risposte ed alcuni punti esclamativi, anche se solo in parte. E’ comunque una nostra umile percezione e resterà a voi il compito di elaborarla in una riflessione personale che vi porterà, forse, ad altre risposte.
Cosa effettivamente potesse collegare il settore caccia ad il nome di una Riserva Naturale, che tra l’altro negli anni ha sempre spiccato e brillato per la tutela del territorio e quello faunistico, ci strideva un po’ nei giorni precedenti. Ci è sembrato poi abbastanza chiarificatore un intervento imprevisto dal pubblico (imprevisto per quella che sembrava una tranquilla serata con la partecipazione di un modesto pubblico di una 30 di persone) quando una giovane donna ha posto alcune domande allo stesso assessore che stava esponendo l’evento.
Testa stava accennando all’importanza (a suo dire) dell’introduzione di “antagonisti biologici” per il contenimento di alcune specie di uccelli cosiddette (sempre secondo Testa) “specie invasive”. La richiesta di delucidazioni sul perché siano definite invasive e su quali siano queste specie, ha visto un po’ in apparente difficoltà il responsabile del servizio caccia che ha dovuto in ogni caso rispondere dopo che la domanda è stata posta una seconda volta.
Ne emerge (quanto già ci aspettavamo) così come dichiarato dall’assessore medesimo: “le specie considerate invadenti sono il cormorano, il piccione e la cornacchia grigia (…) sono considerate invadenti per le attività antropiche”.
Qui, uno, può essere d’accordo o meno, a seconda del proprio punto di vista. Bisognerebbe considerare quale ruolo abbia l’uomo all’interno del grande puzzle degli esseri viventi. E’ vero che tutte le specie animali (uomo compreso) punti alla propria sopravvivenza, ma è giusto che l’animale uomo debba sempre considerarsi colui che decide su tutte le altre specie oppure dovrebbe cercare di vivere più in armonia col resto del mondo vivente o no.
Ma senza finire in forse complesse riflessioni universali, che possiamo trattare in altre sedi, non sarà che appare sempre troppo evidente una “vicinanza” tra quello che è il mondo agricolo, (o quello della pesca nel caso del cormorano) con quello venatorio? La caccia?
Ed ecco che alla ulteriore domanda dal pubblico sull’identità di colui che stava esponendo il progetto ne scaturisce la ovvia risposta: “sono il responsabile del settore della gestione della fauna selvatica, settore venatorio”. Eh si! Perché ormai ci si ostina a chiamarla “gestione faunistica” e “controllo numerico delle popolazioni” ovvero, se il numero “ci sembra alto” spariamo per “controllarlo”, quando in realtà si tratta caccia, o, divertimento macabro nel colpire a morte un essere vivente che non può reagire.
E questo succede anche per alcuni ungulati, tra tutti il cervo, ma anche per la specie del capriolo. Di questo ne parleremo magari in un altro articolo. Consapevoli che vi sorprenderemo.
Insomma, tornando al gufo reale liberato, precisando che per quanto riguarda la Riserva Naturale del Lago del Piano non abbiamo dubbi in merito perché sappiamo benissimo quale impegno vi sia dietro da parte di molte persone che anche gratuitamente in questi anni hanno e stanno lavorando solo per la Natura, ci sorge il forte dubbio (ma è umilmente nostro) che questa serata sia stata appena appena un modo di avvicinare l’immagine del settore Caccia a quella della Natura più pura.
Una sorta di pulizia o come si definisce sovente oggi un restyling d’immagine.
Vorremmo sbagliarci, ad ognuno di voi le proprie considerazioni sul caso.
Ma come indicato nel titolo di questo articolo, ripreso da una celebre serie televisiva del 1990 (Twin Peaks): “i gufi non sono quello che sembrano“.
© Giovanni Salici
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