captazioni in Val Senagra: “definì dei banditi”

captazioni in Val Senagra:
“definì dei banditi”

Gravedona, venerdì 21 gennaio 2011
definì dei banditi … e uso di nuovo questo termine stasera” … Non ha usato mezzi termini il sindaco di Plesio, Fabio Conti, nel definire quei personaggi che stanno dietro le piccole compagnie che vogliono captare l’acqua dei nostri fiumi e torrenti.
Dal 2000 al 2005 ho ricevuto 5 domande di captazione per il Senagra” continua il sindaco sottolineando che le prime tre richieste gli pervenirono tramite il postino, senza nemmeno che questi individui si facessero vedere; inoltre dichiara “tante promesse, (…) ma non tutto ha un prezzo“. E’ di pochi giorni fa un’altra richiesta, per quella zona meravigliosa che sta in parte nel Parco del Senagra nel comune di Grandola, in parte nell’Oasi del Varò uno dei boschi più meravigliosi di tutta Europa, nel comune appunto di Plesio.
Fabio Conti ha poi continuando sottolineando che nel Comitato Acque Comasce (“che conosco dal 2008“) non vi è colorazione politica; ha poi concluso il suo breve ma energico intervento con una frase che raramente si sente uscire dagli amministratori nostrani e dai politici in senso lato, una frase che già da sola vale la serata di ieri sera e che riportiamo volentieri come comandamento trasversale che venga seguito da tutti i nostri amministratori:

“La tutela del territorio non ha prezzo”

La serata tenuta al Palazzo Gallio ha avuto come “ospiti” i consiglieri regionali Dario Bianchi per la Lega Nord e Luca Gaffuri per il PD, oltre il sindaco di Dongo e presidente delle Comunità Montane delle valli del Lario e del Ceresio Mauro Robba, altri sindaci e assessori tra il pubblico, nonché tutti gli addetti del Parco del Senagra.

Immagini relative alle captazioni in Valle del Liro ed alla serata Acque Comasche coi momenti di tensione di cui si parla sotto nel proseguo dell’articolo

richieste di immagini ad Archivio Fotografico Giovanni Salici

Ha visto un momento di bagarre verbale quando l’assessore Dario Bianchi di Lega Nord ha messo in discussione alcune affermazioni di Mira Rossi (AC) la quale affermava che in Regione nonostante alcuni incontri concessi al comitato era stato risposto che i tempi della politica sono lunghi. Sarebbe meglio che la politica si desse dei tempi più corti (ndr).
Questo intervento “indispettito” di Bianchi ha poi scatenato tra il pubblico un po’ di rabbia che ha portato ad uno scambio di battute abbastanza dure anche per motivi fuori tema della serata.
Nella sostanza Bianchi ha detto che non ci si può lamentare del fatto che in due mesi vi siano stati due inontri incontri, aggiungendo però che “la politica adesso aspetta anche delle proposte dal comitato che conosce le normative più dei politici“.
Ovviamente qualcuno non è d’accordo, anche tra le opinioni del dopo serata emergeva il fatto che non dovrebbero certo essere i cittadini a proporre, ma proprio chi amministra o governa che ha dai cittadini l’incarico (dalle urne) di controllare, trovare soluzioni e legiferare.

Per oltre 15 minuti Gastone Oreste Ciapessoni coordinatore del Comitato Acque Comasche, ha illustrato in modo chiaro la situazione partendo da una cronistoria impeccabile.

Emerge quanto segue:
da circa 30 captazioni di un recente passato siamo arrivati a 59 e questa devastazione ambientale autorizzata dai certificati verdi e dagli incentivi europei continua, apparentemente senza che le amministrazioni locali possano nulla.
Le convenzioni durano una trentina di anni, durante i primi 5 anni queste aziende lavorano in perdita, tra i 5 e 12 anni il guadagno (secondo quanto spiegato durante la serata) è veramente forte, poi la curva degli utili comincia ad appiattirsi inesorabilmente.
Il grande timore, oltre ovviamente ai danni ambientali procurati durante questi primi anni, è che queste società srl (quindi con basso capitale) vengano liquidate molto tempo prima del termine della convenzione con la grave conseguenza che non vi sarà più nessuno che si assumerà la responsabilità di abbattere gli ecomostri nelle vallate e ripristinare “il salvabile”.
Non per nulla dietro ognuna di queste richieste di captazione vi sono solo srl, ma nessuna compagnia grossa, SpA, aziende quotate in borsa, le quali rischierebbero troppo.
Tornando invece ai danni ambientali più evidenti da subito, quali sono?
Vi è da tener presente quanto segue: viene catturata l’acqua che scende dai torrenti (alcuni torrenti o rigoli addirittura con 16 litri al secondo di portata, pochissimo), la legge prevede che venga immesso nuovamente nel corso del fiume almeno il 10% del prelevato (che è già un valore bassissimo) ma purtroppo non vi sono mezzi e personale per controllare ciò. Quindi non è dato per certo che la legge venga applicata, è altresì invece certo che alcuni di questi condotti o grate non vengono pulite a sufficienza, come previsto dalle norme, quindi spesso accade che “casualmente” il famoso 10% minimo non venga rispettato.
Oltre a ciò immaginate la Vita che sta in un fiume o torrente, tutte le forme animali, vegetali, anche molto piccole, che sono legate tra loro e di seguito legate alla vita dei pesci e dell’uomo stesso; questa catena biologica viene drasticamente spezzata perché come minimo l’acqua non sarà più sufficiente o addirittura assente. Tratti di torrenti in secca per molti mesi.
Non per ultimo attorno a questi progetti vi sono strade che attraversano torrenti e boschi devastando luoghi incantevoli che sono il vero dono per la nostra economia turistica oltre che polmoni di ossigeno.

Per chi invece è legato a “valori” economici più che ambientali, beh, il discorso non è più roseo.
Queste aziende come ha detto il sindaco di Plesio, “promettono molto”; …. ma poi mantengono?
Il costo di questi progetti viene pagato da noi, nella bolletta. Ovvero noi stiamo già pagando non solo la corrente che consumiamo ma anche queste iniziative imprenditoriali. Quindi l’investimento di queste aziende è minimo, il rischio (ricordate sopra parlavamo di srl) è pressoché inesistente, il guadagno è tutto loro.

Ed al territorio cosa resta?
Nulla, l’illusione di un sogno, quello di produrre energia pulita e di pagare poco la bolletta, un sogno che finirà all’alba, tra circa 30 anni quando invece di percorrere sentieri rinfrescati dai nostri fiumi ci ritroveremo su strade sterrate larghe quanto due camion, secche, aride, con la polvere che ci avvolgerà in una calda passeggiata in un paesaggio da futuro post-industriale.

“La tutela del territorio non ha prezzo”

© Giovanni Salici
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Si informa che il servizio televisivo registrato mercoledì 19 gennaio sul problema delle captazioni idroelettriche dovrebbe andare in onda domenica al TG 1 delle 20,00.

Video servizio relativo alle captazioni ed alla serata di Acque Comasche a Gravedona del 20 gennaio 2011

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