un anno
Valsolda, sabato 14 aprile 2018 h 11,40 da Casa Pagani
un anno
E’ passato un anno.
Senza volerlo, senza deciderlo, non era nelle previsioni, che quel “bloccato” predicesse una tale assenza.
Un anno lontano da questo luogo virtuale di scrittura ed immagini.
Ve n’eravate accorti?
Probabilmente no.
“bloccato” non aveva a che vedere col blocco creativo, ma questo penso si capisse; ma nonostante ciò i giorni e mesi son trascorsi senza nulla più pubblicare, qui.
In realtà in questo tempo non ho abbandonato la “penna” virtuale della mia tastiera del mac (a volte ora alternata a quella di Linux), ma ho scritto cose, emozioni, sensazioni, che ho tenuto nel cassetto, o meglio nella cartella. Ho solo scelto spesso di lasciarle decantare. A volte erano un po’ delle bozze che dovevano essere riviste, poi il tempo passa, inesorabile, coi mille impegni o impegnucoli della moderna società… e quindi eccoci di nuovo qui a distanza di un anno esatto da quel 14 aprile 2017, un po’ sorpreso, un po’ no, pensando se mai abbia valore continuare in questa direzione?! Intendo la via del sito, lo spazio Temerario che mostro a chi meno disattento passa… e che sia poi interessato.
Avrà senso?
Scrivere, “condividere” (parola che mi sta proprio sulle palle da quando se ne fa un uso continuo, sbagliato, scellerato, nell’era di internet). Non lo so, ci penserò, rimanderò la decisione magari di anno in anno fin chissà quando …
E cosa è successo in un anno?
Beh, se ti fermi e ci pensi, la sensazione di immobilismo che spesso ci sembra agguantare per molto tempo (anni appunto), in realtà è più dinamica di quanto sembri.
In una anno ci sono persone intorno a te che cambiano (vicine o lontane che siano). In un anno ho perso alcuni “conoscenti” di una vita, rubati da un male che nonostante i telefonini e i tablet, gli schermi piatti ed il 4k …. non riusciamo a sconfiggere. Un pensiero lo dedico a Marco e un altro a Pietro. Due persone ne vicine ne lontane, due creativi in forma diversa, due conoscenti da una vita che non posso definire Amici perché non li conoscevo nel profondo dell’Anima ma che non per questo non abbiano accompagnato la crescita di tanto in tanto. Due persone “strane” (nel senso buono, chi oggi non è strano tra i personaggi di valore umano?).
In un anno attraversi continui periodi di non speranza dove immagini una piccola luce che, forse ma solo forse ti si apre (benché l’illusione appartenga al passato), alternata da chiusure che ti fanno piombare nel baratro dei problemi quotidiani di questa vita …. difficile; come cita la Fatina del Bosco.
Ti siedi sul bordo di un fiume e segui con gli occhi la corrente, che dall’ultima ansa visibile a monte raggiunge l’ansa a sud prima di sparire tra gli interrogativi… ed è passato un anno. Di riflessioni, di affetti, di libertà negate, di soprusi, di violenze, di carezze, di energie, di mollo tutto e men vado in un bosco, a volte, di mollo tutto e vado più lontano.
In ogni caso, bene o male, dopo un anno sono ancora qua.
Dovrete, per ora, sopportarmi ancora.
© Giovanni Salici
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Felice di ritrovarti qui Gio’!
Si, io mi ero accorta che da un bel po’ non scrivevi, non ho mai smesso di ascoltare il suono della tua assenza…
Bisogna ritornare sui passi gia’ dati per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre!
Non e’ l’uscire dal porto ma il tornare che determina il successo di un viaggio. L’unica regola del viaggio e’: non tornare come sei partito. Torna diverso.
E non ho dubbi che dopo questo anno, in cui hai affrontato perdite, difficolta’ e ostacoli, che a volte ti saranno parsi insolubili, tu sia tornato piu’ forte di prima!
A rileggerti presto!