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il sindaco Alberto Bobba illustra il suo progetto della Grande Menaggio (“Menaggio & company”) in un particolare incontro del 18 gennaio 2013
fusione dei comuni: Tremezzina e “Menaggio & company” fuori
Menaggio, giovedì 08 agosto 2013
Un inatteso no, o meglio un inatteso nulla, quello riguardante due “importanti” fusioni di comuni del centro Lario da parte della Regione Lombardia.
Chiacchieratissimo il progetto di fusione di “Menaggio & company”, più logico ed atteso quello dei comuni della Tremezzina, entrambi non compaiono negli elenchi di valutazione della Regione che sono stati oggetto di esame nei giorni scorsi. Questa mancanza porterà con probabilità ad uno slittamento dell’iter burocratico non prima di settembre (prossima riunione di giunta regionale) e non prima del 2014 per l’eventuale percorso di effettiva fusione.
Nessuna comunicazione arriva dall’Ente Regione riguardo al mancato inserimento di questi progetti, il consigliere regionale del Pd Luca Garfuri ha dichiarato che verranno chiesti gli atti per capire le motivazioni di tale esclusione aggiungendo la speranza che tale bocciatura “si basi su ragioni valide e non pretestuose”.
Forse (ndr), dove il forse è più che doveroso, si è pensato, ci si è accorti, si è ipotizzato, quantomeno nel caso di “Menaggio & company” che le motivazioni di fondo per tale fusione non sono così forti e valide?!
Percorrendo brevemente senza annoiarvi alcuni tratti di questa storia noiosa ricordiamo che:
– fu indetto uno strano incontro con la popolazione, improvviso ed anomalamente molto pubblicizzato con affissioni pubbliche anche in luoghi non consoni, incontro diretto solo per i menaggini per il giorno 18 gennaio 2013, incontro al quale non furono invitati i ” & company” (Grandola, Bene Lario, Plesio, all’epoca anche San Siro) ne i loro rappresentanti amministrativi che poi in realtà vennero lo stesso a “curiosare”;
– che in tale sede si vide subito l’ efficienza organizzativa di chi lo aveva voluto con microfoni che non funzionavano e problemi vari di gestione della serata, non ultimo il fatto che la gente era oltre il consentito della capienza con possibili anche problemi seri nel caso di una evacuazione improvvisa;
– che il sindaco di Menaggio Alberto Bobba sempre durante tale incontro non aveva per nulla negato, anzi, dichiarato quasi spontaneamente, che avrebbe avuto piacere di ricandidarsi (solo con la fusione Alberto Bobba può ricandidarsi) a futuro sindaco di “Menaggio & company”
– che in quella occasione il capogruppo di minoranza Lista civica per Menaggio Gianluca Pedrazzini si augurava che “vista il modo di amministrare Menaggio negli anni non auguro che questo modello sia esportato”;
– che fece presenza anche Giuliano Cerrano sindaco di Carlazzo, il quale spingeva molto ed inspiegabilmente, addirittura per una chiusura burocratica entro il 20 febbraio (quando lo stesso Interessato Bobba la indicasse per l’autunno);
– che il sindaco di Plesio Fabio Conti fece nel mese di luglio un passo indietro al momento di deliberare a favore lasciando tutti gli altri “company” spiazzati;
– che lo stesso poi passato circa un mesetto deliberò a favore, mettendo come “condizione”, di tenersi 100 mila euro all’anno (provenienti dalla Chiarella) sul territorio del suo paese, più, “l’impegno” dei “company” di realizzare la famigerata strada tra Barna e Grandola, in pieno territorio “protetto” del Parco della Val Senagra (Sanagra).
Insomma, un gran casino?!
Tipico marasma politico a cui siamo troppo abituati nella nostra Italia che non ci accorgiamo più quando capita così vicino a noi.
In tutto questo, a parte quella strana sera menaggina strapiena ed altri incontri pubblici mezzi vuoti organizzati dai singoli comuni interessati (Grandola, Bene Lario, Plesio), la popolazione è alla deriva di informazioni, non viene considerato per ora un referendum consultivo (ricordiamo come a Gravedona ed Uniti il referendum risultò contro la fusione e poi la si fece lo stesso, oltre l’esempio ancora in corso di Valsolda – Rive del Ceresio di cui abbiamo parlato il 5 agosto scorso), non viene investito tempo per dare un ampio spettro di pro e contro, insomma sembra quasi che del popolo non importi nulla, conta come al solito far cassa.
Ma parliamo della cassa!
Siete sicuri che queste fusioni siano vantaggiose? A chi?
Il comune di Menaggio è l’unico tra quelli momentaneamente esclusi dalla Regione, che non ha necessità per legge di fondersi (è al di sopra dei 3000 abitanti) eppure è quello che più di tutti spinge. A Menaggio costa tutto di più, le case, gli affitti, IMU, TARSU, ogni cosa…. i cittadini dei comuni “Menaggio & company” hanno capito che probabilmente pagheranno tutto di più dopo? Hanno capito che: se vi saranno effettivi tagli amministrativi, da Plesio o Bene o Grandola, dovranno venire a Menaggio per le pratiche comunali? E se invece si aprissero (restassero) gli uffici comunali distaccati nelle frazioni, per agevolare e decentrare, quale sarebbe il guadagno? Il solo risparmio di 3 stipendi di sindaci che verrà sicuramente compensato da un aumento di stipendio per il sindaco futuro (perché gli abitanti aumenteranno sensibilmente) ?
E quel “pacco di soldi” che sono stati ventilati (non promessi) ai comuni (tutti insieme) che si fondono, ma siete proprio sicuri che nel nostro marasma italiano arriveranno? O si perderanno in qualche decreto legge che correggerà il tiro strada facendo beffando sia cittadini che amministratori? E quanti saranno davvero questi soldi che ormai lo Stato è in bolletta?
Quanto territorio, in quei comuni piccoli che vedono la fusione come un miraggio, verrà nuovamente mangiato e compromesso da un’edilizia speculativa di cui tutti abbiamo sotto gli occhi il risultato?!
Perché se in un comune (è solo un esempio) come Menaggio, la percentuale di territorio da edificare in rapporto ad abitanti ed spazi è ormai alla frutta, il fatto di espandere i confini comunali là dove vi è ancora molto spazio, fa tanta gola vero?! Tradotto: “Menaggio & company” avrà tutto quello spazio che i “company” sino ad ora hanno salvato dalle ruspe.
Menaggio (ndr) del quale sono parte, non mi pare un esempio.
Sono rimasto poi molto allarmato da quella richiesta di strada tra Barna e Grandola, che attraverserebbe il Parco della Val Senagra, una delle valli, credetemi, più belle al mondo, con una biodiversità incredibile, purtroppo non a tutti conosciuta a fondo.
Se si taglia il Parco, il parco non esisterà più, gli animali verranno investi, accanto la strada sorgeranno villette per la felicità dei soliti noti, il turismo calerà di conseguenza, i camion della nota azienda avranno meno strada difficoltosa da percorrere, la stessa ne godrà per le sue esportazioni verso la Svizzera e la Germania…
Ora, nessuno dice sia sbagliato unire i servizi e ragionare in gruppo, anzi, è auspicabile, ma un conto è ragionare su pratici effettivi risparmi consorziando i servizi in “unioni di servizi”, un conto è mirare ad un grande agglomerato urbano, forse spinti più dalle maestosità dei numeri, abitanti, dal miraggio di una “Lugano lariano” (Dio ce ne scampi per favore), come in una piccola torre di Babele provinciale. Un conto poi, è, fare tutto alla luce del sole col tempo necessario, le risposte alle mille domande di ognuno.
Forse (ndr), dove il forse è più che doveroso, la Regione vuole più chiarezza. Speriamo sia per queste motivazioni che per ora si sia preferito “perdere” ancora un po’ di tempo.
La fretta non è buona consigliera !
© Giovanni Salici
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