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Funghi, un salto nel passato
venerdì, 07 agosto 2015
Forse non tutti sapranno che quest’anno, sono cambiate diametralmente le regole che riguardano la raccolta dei funghi in Regione Lombardia.
Diametralmente si, perché dopo numerosi anni nei quali i regolamenti prevedevano: tesserini di riconoscimento, pagamento di tasse su bollettino, migrazioni umane tra i soliti numerosi uffici amministrativi burocratici dei vari enti ecc… da quest’anno la Regione Lombardia, con delibera di 26 marzo del 2015 che potete leggere integralmente qui ha deciso di rendere libera la raccolta di funghi all’interno del proprio territorio.
Ebbene si, niente più tessere e tesserini, niente più ansia di essere fuori regola perchè magari non a conoscenza delle ultime novità.
Si può liberamente raccogliere, ovviamente con delle buone regole di buon senso, nei dovuti modi, con le necessarie certezze sulla commestibilità e non ultimo con un grande rispetto per colei che ci regala questi preziosi doni. Ovvero la Natura.
Di seguito qualche buon consiglio comportamentale e i recapiti a cui rivolgersi in caso di incertezze o avvelenamenti.
Innanzi tutto non sottovalutate la “pratica della raccolta funghi” che spesso porta ad allontanarsi dai sentieri e ritrovarsi in zone impervie; quindi se non volete far parte di quei “fortunati” campioni di popolazione che si troverà a pagare il servizio di recupero del Soccorso Alpino o elisoccorso perchè finiti “di proposito” in situazioni di pericolo, beh cercate di non finirci. Gli scarponcini sono d’obbligo, indumenti adatti a trovarsi in situazioni d’emergenza, pure. Non lasciate a casa il vostro cellulare per il semplice motivo che vi allontanate solo per un’oretta, potreste averne seriamente bisogno.
Se non siete certi che i funghi che vi stanno sotto il naso siano commestibili lasciateli dove sono e fidatevi di quello che conoscete.
Se l’incertezza sopravviene a casa recatevi in un centro apposito o all’ospedale per chiedere delucidazioni ( i recapiti per quel che riguarda il territorio del Lago di Como).
Tenete presente che i “funghi matti” a volte contaminano anche quelli sani se a contatto.
I funghi non si strappano ma si tagliano alla base lasciando un pezzo di fusto a terra in modo che si possa poi riprodurre nel tempo e si pulisce allla meglio sul campo in modo da disperdere le spore.
I “funghi matti” non vanno distrutti perchè non idonei al nostro consumo. Saremmo egoisti e stupidi se lo facessimo. Vanno lasciati sul posto intatti e utili per l’equilibrio biologico e naturale di quell’ambiente.
Il trasporto dei funghi non deve avvenire in sacchetti di plastica (ma questo forse anche i sassi lo han capito) ma in cesti di vimini, o comunque in contenitori di materiale naturale che permettano alle spore che si staccano di poter ricadere a terra.
Non ultimo di questi consigli da diventare invece regola è il rispetto totale della Natura. Per cui la vostra lattina di birra consumata, la carta d’alluminio del vostro pane e salame, le bottiglie di plastica e… questi cavolo di mozziconi (dei fumatori).. per favore, riportateli a casa e non lasciateli là dove altri passeranno o dove verranno “biodegradati” dalla Grande Madre in soli 30, 90, centinaia di anni o forse mai.
Dopo aver un po’ giocato con l’ironia in questa parte di articolo, ma con ferma convinzione di quanto suggerito, di seguito i contatti dell’Asl della provincia di Como da consultare in caso di dubbi, per il resto buona trifolata.
© Giovanni Salici
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