viaggio in val Ferret – prima parte
viaggio in val Ferret
Parto da Menaggio l’ 11 luglio 2008 h 17,30
Km 275593, parto da Menaggio intorno alle 17,30, il viaggio sino a Locarno é lentissimo, subito un incidente in Valsolda blocca per 15 min poi ci si muove ma una roulotte avanza a lumaca finché non scendo e gliene dico 4; a Lugano devono aver fatto dei corsi per come intasare il traffico; faccio gasolio prima del Ceneri e a Locarno arrivo alle 19,50 Km 275263.
Faccio le mie foto di Jovanotti ed un gruppo prima, un giro, mangio carne in scatola sul furgone mentre scarico le foto e riparto da Locarno all 22,50.
Dogana CH-I di Brissago h 23,35 km 275675; acqua a secchiate per tutta la discesa del lago Maggiore ed Orta; alle 02,15 mi fermo a lavarmi in una fontana in piazza a Zubiena, prima di Ivrea Km 275800 acqua fredda e gettito potente ma ci si lava, riparto dopo ca 15 min.
Tiro tutta notte e arrivo ad Arvier prima di Cormayeur alla mattina alle h 4,25 km 275905 in un parcheggio con alberi tra il comune e il cimitero. Dormo sino alle 13 del giorno dopo anche se interrotto dalla sveglia non regolata e da una telefonata di mia madre, piove smette e ricomincia tutta la mattina.
Mi alzo vado a lavarmi fuori dal cimitero, giro per Arviere per alcune foto, poi riparto alle 13,50; lungo il tragitto mi fermo mezz’oretta alle cascate di Leteney poi arrivo a Cormayeur alle 14,50 km 275928, vorrei mangiare qualcosa di caldo, una polentina da rosticceria o qualcosa del genere, ma é tutto chiuso anche i market, sino alle 16. Trovo solo crepes e bar a 5 euro… se lo scordano. Anche se poi trovo una focacceria tipica ligure dove mi lascio andare e spendo 9,8 euro per due focace di cui la prima tipica di Recco con formaggio stracchino e l’altra con verdure grigliate e formaggio valdostano, ottime. Briosch con crema 1 euro dove la commessa lavava i vetri mentre io guardavo la vetrina e fu come se mi lavasse la faccia.
Spesa e poi riparto alle 17,50, lungo lo spostamento mi fermo a fotografare angoli della Val Ferret, ma il tempo é tornato brutto; faccio tipo Overland col mio furgone sullo sterrato sino al rifugio Elena dove arrivo alle 17,50 km 275946. E comincia a piovere ininterrotamente.
Vado in furgone scarico le foto e scrivo qualche cartolina.
Poco prima delle 20 smette di piovere ed entro nel rifugio dove mi aspetta la cena: risotto alla valdostana, arrosto con polenta e verdure bollite, 4 formaggi con marmellata di cipolle, cream caramelle, caffé… alla faccia del rifugio.
Era previsto che dormissi in furgone ma mi hanno dato una camera con doccia ed approfitto. Scatto dei notturni del ghiacciaio e del rifugio poi una doccia e a dormire. Domani pare che vi sia sveglia per colazione alle 7 ammesso che non mi alzi prima per fotografare l’alba insieme ai giapponesi.
Pre de Bard, domenica 13 lug 2008
La notte é trascorsa con sonni interrotti mentre fuori alternava la pioggia, ovviamente niente sveglia per alba.
Sostanziosa colazione con un caffé espresso e poi the col latte e panne con burro e marmellata.
Il tempo e brutto, ma mi cambio sul furgone, indosso panta e giacca in goretex, scarponi da ghiacciaio, zaino con …. e alle 8,35 parto alla volta del Col de Ferret.
Salendo prendo in continuazione una pioggerellina, non forte ma che con l’andare bagna, insieme a vento che sferza sia all’inizio che a tratti lungo il tragitto; l’apoteosi si raggiunge sul colle alle ore 9,38 dove pioggia, vento e nebbia non mollano.
Ho problemi con le ottiche; si bagna il 18-200 ed é difficile mantenere la lente protettiva pulita dalle gocce d’acqua. Continuo a pulirlo col fazzoletto perché non ho altro. Durante (poi) il seguito dell’escursione anche quando smette di piovere costantemente devo continuare a pulirlo dalla condensa. Tolgo il filtro e succede quasi lo stesso con la lente frontale dell’ottica. Comunque di foto mi tocca farne poche. Ho trovato un paio di occhiali da bimbo; credo siano di una madre con figlio che mi ha fatto la foto sul colle; non riesco però a raggiungerli e lascio gli occhiali ad una guida che accompagna dei coreani; scambio con lei anche qualche parola e si stupisce che sia italiano, mah! Arrivo intorno alle 11,15 a La Peule, un posto strano dove c’é lo spazio per mangiare sotto una tenda e/o volendo fanno anche da mangiare. Dentro la tenda però fa caldo e un raggio di sole compare nel cielo percui appoggio lo zaino su delle panche ancora bagnate e mangio i miei tre panini col salame. Nel frattempo arrivano una coppia di inglesi, lui mi domanda indicazioni per il colle, da lei mi faccio fare delle foto accanto a delle tende tipo tibetane o sami… e mi chiede se sono spagnolo.
Ma proprio non sembro italiano? Il Gio multietnico!
Riparto poi intorno alle 12 per il ritorno sul colle; inutile proseguire perché la nebbia torna e non vale la pena.
Risalgo con calma fermandomi ogni tanto a meditare, a guardare, pensare, o fare una foto prima che si richiuda.
Arrivo poco sotto il colle e scrivo qualche sms…. “…sto risalendo al colle immerso in un nebbione dal quale esce solo lo scroscio costante di un torrente ed un canto monotonale di un uccello, sembra l’ingresso dell’aldilà. Starò mica per morire? Va beh, basta che sia un dolce andarsene…” .
Proseguo.
Il colle sembra non arrivare mai, l’ultimo tratto di sentiero sembra sempre lo stesso e non si vede mai il “passaggio”, mi domando ogni tanto se la strada é giusta o se non ho visto una deviazione. All’andata avevo subito tagliato sopra al sentiero per non stare sul percorso turistico troppo frequentato per i miei gusti… quindi questo tratto di sentiero non mi é familiare.
Poi capisco di essere arrivato correttamente, non solo per l’avvistamento del masso di confine, ma anche perché ritrovo la nebbia ed il forte vento, dell’andata.
Sono le 14,38; mi rifaccio delle foto mie e me le faccio rifare anche da passanti, poi scendo verso il Rifugio Elena.
Ci metterò parecchio a scendere, ogni tanto il cielo si apre e si intravede tutta la val Ferret ed anche la val Veny col ghiacciaio del Miage. Attimi! Che si richiudono subito; poi aspetto, fermo, nelle mie riflessioni, nostalgie e speranze, immobile sino ad un nuovo squarcio veloce di cielo in cui non sempre si riesce ad avere il tempo di scattare la foto.
Non si riesce mai a vedere invece il mont Dolent quindi alla fine… rientro.
h 18,30 circa, poi brevissima riuscita a marmotte e a paesaggi, di circa 20 minuti.
Il giorno successivo
Volevo ritentare la salita di ieri sino al colle e poi al bivacco Fiorio ma… il risveglio mi mostra una inaspettata mattina di neve. Già! Neve a luglio. Quindi torno a dormire ed il resto della giornata… schiarirà in modo altrettanto inaspettato, ma … é un’altra avventura…
PS ricordo che degli anziani escursionisti hanno voluto farsi assolutamente una foto ricordo vicino al mio furgone mentre pulivo dalla neve il parabrezza.. il Gio souvenir!
© Giovanni Salici
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