Ti ricordi quando…
non arrivò Amedeo Minghi a Stazzona

scritta domenica 04 agosto 2019 h 15,50 da Casa Pagani Castello Valsolda

Ti ricordi quando… non arrivò Amedeo Minghi a Stazzona

Correva l’anno…. non mi ricordo; ricordo che avevo il 112, l’Autobianchi A112, grigia argento metallizzato. Non era nemmeno mia. Diciamo che dopo averla usata un po’ de sfroso, la usavo ufficialmente ma restava di mio padre, che ormai invece, non l’usava più.

Poteva quindi essere intorno ai primi anni ’90 (credo) in un periodo nel quale il cantante Amedeo Minghi era un po’ tornato in voga nelle classifiche con qualche picco di notorietà maggiore dovuto se probabilmente a qualche nuovo disco ed apparizione televisiva in più.
Minghi era in tour. In giro per l’Italia e, la notizia che girava da alcune settimane o forse mesi, riportava che avrebbe tenuto un concerto anche sul Lago di Como; pardon… nella Valle Albano e precisamente a Stazzona.
Tenete presente che non c’era internet ne con le fakenews ne con le news.

Io avevo il mio Studio Fotografico già da anni, me ero anche un fotografo free-lance che per chi non lo sapesse, è quella figura professionale che usualmente (almeno in certi settori dell’attività) non lavora su commissione di un cliente (privato, commerciale o pubblico) ma realizza servizi, lavori, reportage, col “rischio d’impresa” ovvero senza commissione ma per dirla in breve: ci prova. Lavora e poi cerca la “tentata vendita“.
Insomma l’antenato del lavoro precario.

Non era una novità che sul lago, in provincia, venissero dei cantanti o personaggi famosi; in quegli anni arrivarono anche Zucchero e Pierangelo Bertoli a Gravedona e Consiglio di Rumo, e poi, mi ricordo Aldo, Giovanni e Giacomo (non ancora conosciuti però) a Tremezzo. Però in fondo ad una valle del lago, m’era parsa una cosa strana. Inizialmente pensavo fosse una bufala ma col tempo poi, voci, manifesti e biglietti che si stavano vendendo in ogni dove, lasciarono dissipare questa ipotesi.

Ho sempre seguito i concerti! Intendo professionalmente parlando. Credo di aver iniziato la mia carriera professionale con tre settori simbolo: un concerto di Alice Visconti alias Alice credo a Cuggiago di Cantù (ma non sono sicuro) anche se stavo tra il pubblico, il matrimonio di una mia amica che abitava nella casa dietro la mia, la prima foto venduta tramite agenzia su una rivista di cui ora non ricordo il nome ma era un settimanale od un mensile importante sulla scienza (all’epoca, anni ’80); forse si chiamava proprio Scienza?
Di concerti credo di averne pagati meno delle dita di una mano (Alice, una volta Alberto Fortis a Milano, un primo Claudio Baglioni sempre a Milano, i Rolling Stone a Torino di cui però non ho fotografie, forse perchè ero talmente lontano e non mi piaceva che non ne avrò fatte). Dopo di questi, ho sempre seguito la musica in modo ufficiale, con gli accrediti foto (o “photo”) ovvero i famosi ed ambiti pass.

Le mete erano sempre Milano, poche volte a Como o dintorni, almeno ai tempi. Rari casi come questo di cui parlo, sul lago; vicino. Come perderlo quindi?

E così quella sera (dopo aver richiesto il pass nelle settimane precedenti) dopo una cena anticipata veloce, presi la mia Nikon F3, forse avevo già anche la Nikon F4, e, i pochi obiettivi fissi di cui disponevo, nella mia solida e fedele borsa rigida a bauletto, nera, della GM (un mito di quei tempi ma che nessuno aveva perchè i colleghi preferivano le borse morbide della Temba), salì sulla altrettanto mitica A112 e andai in Alto Lario, sino a Dongo, per poi dirigermi verso Stazzona.

Arrivai a quello che credevo fosse il corretto Campo Sportivo, luogo di esibizione del cantante, ma non c’erano strutture di palco ne altro, poche o niente auto parcheggiate, un prato vuoto con alcuni personaggi locali.
Ho pensato che potevo aver sbagliato il luogo ma, chi conosce la zona, insomma, non è una città, non è nemmeno un grande paese.

Parcheggiai il mio mezzo e scesi per chiedere a qualcuno se avessi sbagliato posto, ora, data?

Mi vennero subito incontro non uno ma alcuni di questi personaggi, dall’aria un po’ cupa.
Andai anch’io incontro loro e con disinvoltura chiesi loro: “scusate ma non è qui che c’è il concerto di Minghi?
La loro espressione già cupa, ricordo, anche se non ho memorizzato i volti, si fece ancora più dura e con fare interrogatorio che non prometteva nulla di buono mi rispose uno: “Lei chi è? E’ del bla bla bla di Minghi?“.
Oh bella (credo di aver pensato in quel mentre e forse potrei averlo anche detto…. “Ma no, io sono un fotografo che deve fotografare bla bla bla…“.
Ah ecco.. ” sempre uno di loro… “Se viene qui il Minghi lo sistemiamo noi!” (O qulacosa del genere visto la memoria ed i ricordi lontani).


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Amedeo Minghi in una immagine dal ns Archivio, concerto al Teatro Sociale di Como, 04 aprile 2001 Minghi_0031
richieste di immagini ed acquisto sia per pubblicazioni che per privati ad Archivio Fotografico Giovanni Salici

Insomma, Amedeo Minghi non c’era, non ci sarebbe mai dovuto essere.
Qualcuno, non il cantante ne il suo staff, aveva messo in piedi una truffa coi fiocchi. Era riuscito a convincere amministrazione, forse proloco, e non so chi altri, che avrebbe portato il cantante in Valle; era riuscito anche a mettere in piedi un sistema di vendita biglietti e tutto quanto, insomma, una di quelle truffe degne di qualche film commedia noto.

Non so quanti biglietti fossero stati venduti, non so se questo o questi truffatori fossero riusciti a prendere tutto il malloppo raccolto in prevendita, non so se in seguito li avranno o meno presi; so che Amedeo Minghi quella sera non venne a Stazzona dove si era perpetrata una di quelle truffe che avrebbero fatto parlare molto di se negli anni a divenire.

Io tornai sul mio glorioso 112 e tornai a casa sorridendo un po’, dispiaciuto per tutta quella gente che ci aveva messo l’anima per quell’evento, desideroso di raccontare subito alla mia famiglia quella stra vicenda.

Non mi risulta sia mai venuto nessun cantante famoso a Stazzona o nella Valle Albano.
Io continuai e tutt’ora continuo a seguire professionalmente i concerti; le mie destinazioni sono solitamente Milano, a volte Como, a volte Varese, Lugano e sporadicamente il resto del Canton Ticino, la Valtellina, saltuariamente Torino, ma ho seguito per alcuni anni (d’oro) il Festivalbar a Lignano Sabbiadoro, Pistoia, Verona… ed ho un gran bel ricordo del 2009 quando seguì molte tappe di quello che doveva essere l’ultimo tour dei Pooh. In particolare l’emozione che mi diede il concerto di Vigevano e quello del Forum d’Assago. In realtà quello divenne l’ultimo tour con Stefano D’Orazio, seguirono alcuni esperimenti, poi il gruppo si ricompose con anche il rientro di Riccardo Fogli, per un ultimo reale tour il 30 dicembre del 2016.

Lavorare nella musica, nei concerti, non è più come ai tempi d’oro. Il palcoscenico, il dietro le quinte, lo spazio fotografi, il backstage, è sempre un’emozione interessante, unica, importante, ma l’avvento del “digitale” e dei nuovi appassionati di fotografia, per non dire di stolti speranzosi nuovi aspiranti fotografi, ha devastato un mercato già non eccelso. Ma questo è un altro discorso.

© Giovanni Salici
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