Gio ed il gufo Anacleto
Menaggio, sabato 25 ottobre 2008 h 21.00
Gio ed il gufo Anacleto
Oggi sono stato alla fiera del bestiame di Rovenna; un paesino alle pendici del monte Bisbino, sopra Cernobbio.
Sam me l’aveva segnalata sapendo della mia passione per gli uccelli, perché durante questa manifestazione vi era anche una esposizione e dimostrazione di rapaci.
In effetti la fiera del bestiame vera e propria, contrariamente al programma ufficiale, ho scoperto sarebbe stata il giorno dopo (domani), anche la mostra concorso delle zucche non mi é sembrata granché, ma forse semplicemente perché non sono un appassionato.
Sono giunto a Rovenna in tarda mattinata e dopo trenta minuti avevo già esaurito il da farsi, visti e accarezzati i muli con grande riconoscenza di uno di loro, incuriosito con la fotocamera alcune capre, fatto un primo piano a partire dal naso dell’unica vacca (animale), fotografato le oche ed il gallo, e, viste ste zucche con le composizioni, non mi é rimasto che aspettare l’arrivo dei falconieri pennichellando su una panchina di legno fuori dal cimitero, dopo una focaccia, tra lo strillio continuo ed antipatico di bimbi incontrollati dai loro genitori “inadatti”.
Ma la mia passione (il mio lavoro) ovvero la mia vita, é fatta di attese (la fotografia é attesa, lunghe attese prima scattare, attese nei prati o dietro un albero prima che il cervo esca, ma anche attese nella foto di attualità prima che arrivi questo o quello a cui scattare qualche foto in qualche minuto o secondo) ed ecco che dopo l’attesa la giornata é cambiata, i rapaci sono stati esposti ed io ho cominciato a scattare le mie immagini.
Vi erano 1 falco pellegrino, 1 falco sacro, 2 gufi reali, 1 aquila della steppa, 1 civetta delle nevi, 2 falchi (o poiane) di Harris, 1 poiana del deserto, 1 allocco, 1 barbagianni, 1 avvoltoio africano ed 1 gheppio americano; dopo aver scattato alcune foto col fedelissimo ormai indispensabile 18-200 VR non ho potuto fare a meno di andare a prendere il “cannone” 200-400 VR per poter avere delle inquadrature più spinte, più ravvicinate, e, soprattutto dei bei sfocati dietro di loro.
Questo modo di fotografare, l’uso del tele e questo tipo di eventi apparentemente troppo domestici, mi permettono di avvicinarmi in modo altrimenti difficoltoso per non dire spesso impossibile ad un mondo che amo in modo particolare.
Mi permette di studiare questi splendidi animali da vicino, di vedere e osservare le sfumature dei becchi, le creste, i colori degli occhi e i movimenti delle palpebre nititanti, insomma mi permette di osservare questi uccelli che appartengono, alcuni, ad altri continenti, a terre lontane che forse non vedrò mai.
Il contatto visivo che scorgo, anche se a volte attraverso le mia serie di lenti, mi riempie ogni volta di un’emozione incredibile, mi isola, anche se per brevi istanti, per secondi, o solo il tempo di uno scatto, dal mondo circostante, ed in uno spazio di 1/125 o 1/500 io e loro siamo lì, in uno spazio-tempo indefinito e sovrannaturale.
Oggi altre emozioni si sono aggiunte, tattili.
Ho avuto la possibilità di accarezzare (oltre al povero mulo) l’elegante e soffice barbagianni e di “portare” sul mio braccio, accarezzare e giocare, il mitico ed assoluto re della notte, il gufo reale.
Ho scherzato col barbagianni ed anche lui si é divertito con me facendomi sentire il suo delicato ma robusto becco sulle dita; il gufo Anacleto invece mi ha regalato il suo sbattere di ali a pochi centimetri da me, ha messo il suo visino o forse meglio, il suo volto accanto al mio per un ritratto inconsueto tra due figli della Natura.
Gio il Temerario ed il gufo reale – photo © Giovanni Salici
Leggero, con una forza d’ali che spostava l’aria come un ventilatore, le soffici piume ed una confidenza inaspettata come se fossimo amici di lunga data.
Questi contatti, a volte occasionali, altre no, mi riempiono di gioia; mi fanno anche riflettere su quanto sarebbe facile vivere a stretto contatto di questi e di tutti gli animali, quanto l’uomo potrebbe trarre dalla loro confidenza… quel senso di serenità e di intimità con la grande Madre. Purtroppo però non tutti gli uomini sono di buona fede ed anche, tra coloro che oggi erano a Rovenna, per vedere questi amici particolari, chissà quanti (grandi o piccoli) hanno sentito ed apprezzato, soprattutto capito, il pensiero, la filosofia, il feeling che questi uccelli cercano… e che la razza umana gli nega… nella migliore delle ipotesi.
Ciao Anacleto
© Giovanni Salici
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alcune foto dei rapaci clicca qui
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