Attenzione a quello splendido ecosistema della Riserva del Piano

Un nuovo allarme perviene dalla piana del porlezzese. A richiamare l’attenzione è l’Associazione locale “Cittadini insieme” che si occupa da anni della salvaguardia del territorio, dell’ambiente e del paesaggio.


Una parte della piana agricola costituita dagli ultimi prati a sfalcio di San Pietro Sovera, nel comune di Carlazzo, potrebbe scomparire per lasciare posto ad un nuovo campeggio con annessi serivizi bar, ristorazione, piscina, negozi e parcheggi che snaturerebbe definitivamente la sua vocazione, con gravi danni per l’immagine turistica del fondovalle, del paesaggio e dell’alto valore naturalistico sul quale l’area insiste, poiché essa, che rimane a stretto contatto con la Riserva Regionale “Lago di Piano”, è stata riconosciuta Sito di Importanza Comunitaria dall’Unione Europea proprio per la sua importanza floristica e faunistica“. Così si pronuncia un rappresentante dell’Associazione, che rimarca: “Costruire un campeggio ai piedi del monte Galbiga, posto tra due famose frane che lo videro protagonista sia in un lontano passato (dove oggi rimane il ricordo dell’Oratorio di S.Maurizio riportato alla luce dagli scavi degli anni ’60) sia in un passato più recente (con la frana della Valle Granosa che implicò la chiusura definitiva dell’ex Camping La Rivetta) non pare essere una buona soluzione nemmeno per l’incolumità e della sicurezza di chi andrebbe poi a soggiornarvi. In questo senso crediamo sia importante che la popolazione venga a conoscenza delle scelte che gli enti locali preposti si assumono, al fine di individuare successivamente eventuali responsabilità”.

La notizia ha provocato preoccupazione anche all’associazione “La Cruna del Lago” che così valuta la notizia dell’intervento annunciato:
Per la zona in questione, strettamente collegata al “sistema” molto delicato e fragile della Riserva Regionale del Lago del Piano, è importante e indispensabile che la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) debba iniziare dalla più ampia questione dello “sviluppo sostenibile” e della sua valutazione e misurabilità pena il non capire cosa si va a fare e, ancora peggio, cosa si va a distruggere in modo irreversibile. Lo sviluppo sostenibile è un’opzione generale, un obiettivo che riguarda l’avvenire e la sopravvivenza della vita umana sul nostro pianeta (obiettivo pertanto da perseguire sia a livello globale sia locale) ormai condiviso e sostenuto da tutti e penetrato nella nostra cultura generale e ambientale.
E per sviluppo sostenibile si intende: uno sviluppo soggetto ad un insieme di vincoli che fissino i tassi di sfruttamento delle risorse a livelli non superiori ai tassi di rigenerazione – naturale o controllata dall’uomo delle risorse stesse.
Anticipatamente Li ringraziamo!

Il geologo sempre della Cruna del Lago aggiunge:
L’area è interessata da depositi limo-argillosi e bassa soggiacenza della falda, sovente alle precipitazioni piovose si accompagna ristagno delle acque. Un insieme di fattori che sostiene naturalmente i prati idrofili di quell’area e che invece mal si sposerebbe con la fruibilità del nuovo campeggio“.

Anche le Associazioni ambientaliste, nella voce del Responsabile di Lega Ambiente sezione Valle Intelvi, si dicono preoccupate: “…Per il rischio di vedere compromessa definitivamente i fragili equilibri naturali e la grande biodiversità (flora e fauna) che caratterizzano quell’area specifica e che è stata riconosciuta dall’intera Europa”.

Ma una scelta di questo tipo, metterebbe a rischio anche posti di lavoro che, da sempre si occupano di “far rendere” e “mantenere in ordine” la piana: “Trovarsi un’area urbanizzata (e per di più occupata da persone solo stagionalmente) e dei servizi nel bel mezzo dei prati è un invito a smettere la mia e, come per me quella degli altri agricoltori che da generazioni vivono sui prodotti della terra. Il suolo verde residuo, deve essere conservato per le nostre attività che offrono al residente e al turista prodotti tipici, genuini e di alta qualità” dichiara un agricoltore locale.

Sulla questione interviene anche il Comitato Per una Terra a misura d’Uomo di Menaggio alias La Locomotiva, costituito da liberi professionisti, imprenditori e gente comune, che si batte per uno sviluppo sostenibile del territorio e del turismo:
Si continua a parlare di turismo e, per far posto a chi dovrebbe venire a visitarci, non si ha riguardo per il territorio e per le sue bellezze che sono il vero motivo per il quale il turista viene da noi. Nessuno sarà più attratto, se da noi troverà unicamente un posto comodo dove soggiornare ma nessuno stimolo dal punto di vista ambientale, culturale e paesaggistico”.

Alcuni dati naturalistici dell’area in questione
LE CARATTERISTICHE NATURALI DELL’AREA
L’area in questione è da sempre classificata nei piani regolatori (oggi pgt) di Massima Naturalità e dopo il 2003 è stata inclusa, dopo l’iter procedurale avviato dagli enti locali competenti, nel S.I.C. (Sito di Importanza Comunitaria) cod. 2020001 ad allargamento ideale della confinante Riserva Naturale Regionale “Lago di Piano”. Quest’area, caratterizzata da prati magri e igrofili, sottoposti a periodiche sommersioni, presenta peculiarità di alto valore naturalistico con essenze vegetazionali tipiche e insediamenti di fauna selvatica particolare spesso inclusa nelle Liste Rosse delle specie a rischio di estinzione. Collocandosi tra ambienti molto differenti tra loro (lago/monte) si può definire un “corridoio ecologico”, un ambiente che consente il passaggio degli animali da luoghi di alimentazione a luoghi di riproduzione e viceversa, senza interruzioni o ostacoli antropici. Ciò garantisce uno “scambio genetico” e aumenta notevolmente la diversità biologica degli habitat.
Le condizioni ambientali particolari ne hanno da sempre tracciato la sua destinazione tant’è che, i locali, in passato, non avrebbero mai potuto immaginare di viverci, anche solo periodicamente, per via dell’umidità e non solo. L’usanza di attribuire dei nomi ai luoghi (toponimi) sintetizzava le caratteristiche ambientali degli stessi e, quell’area, è ancora oggi chiamata la “bolacheta” che in dialetto indica un ambiente con acqua (la bolla, la pozza).

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