la Limitazione in Svizzera fa discutere

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LETTERA APERTA del movimento Sciopero per il clima

Le votazioni sono alle porte e come giovani attivisti per il clima siamo
rimasti molto sorpresi da certe argomentazioni portate da alcuni sostenitori dell’iniziativa per la limitazione. Nell’argomentario viene spiegato come un maggior flusso di cittadini verso la Svizzera porti, oltre ad altri problemi di vario genere, a un aumento della cementificazione e del traffico, che causano tra l’altro un aumento delle emissioni di CO2. Poggiando su questo ragionamento l’iniziativa viene venduta come una misura anche a favore dell’ambiente. Pur osservando con piacere che l’UDC e i suoi sostenitori riconoscano l’importanza della protezione dell’ambiente e dell’equilibrio climatico, abbiamo l’impressione che questa argomentazione serva più a tingere di verde l’iniziativa, che a portare avanti una vera lotta al surriscaldamento climatico e alla distruzione ambientale.

Partendo dal presupposto che la crisi climatica è una delle cause di migrazione, soprattutto per quel che riguarda i flussi provenienti da paesi in via di sviluppo (nel 2017 i cambiamenti climatici hanno costretto 18.8 milioni di persone a migrare e si stima che nel 2050 questo numero salirà a 143 milioni, secondo un’analisi del 2018 della
World Bank), essa rappresenta un problema globale e va affrontata come tale. Dire che fermando l’immigrazione (tra l’altro si parla unicamente dell’immigrazione proveniente dall’Unione Europea) diminuirebbero le emissioni di CO2 è ingannevole! Infatti questo potrebbe forse portare a una diminuzione delle emissioni in Svizzera, ma non a livello europeo o globale. I lavoratori e le lavoratrici che ora inquinano in Svizzera (vivendo, spostandosi, ecc.) lo farebbero invece all’estero. Se non costruiranno una casa qui, lo faranno altrove. Se non useranno la macchina o i mezzi di trasporto pubblico nel nostro paese, lo fanno in un altro. Il luogo dove le emissioni vengono prodotte non è rilevante, se si parla di crisi climatica: esse contribuiranno in ogni caso ad aggravare questa crisi e tutti i paesi, Svizzera compresa, subiranno le conseguenze dirette del cambiamento – come lo scioglimento dei ghiacciai, che metterà in crisi l’approvvigionamento idrico – e quelle indirette – come la pressione migratoria. Per questo motivo è evidente che l’iniziativa per la limitazione non contribuirà in alcun modo concreto alla lotta contro i cambiamenti climatici.

Le soluzioni ai problemi della cementificazione e della difesa dell’ambiente, a parere nostro, sono diverse, e alcune di esse sono state portate avanti per ormai un anno dal movimento Sciopero per il clima. Un dialogo costruttivo attorno a queste tematiche, con soluzioni che non mirano a decolpevolizzare o spostare il problema altrove, ma a risolverne le reali cause, sarebbe a vantaggio di tutta la popolazione Svizzera e anche dell’umanità nel suo complesso.

La lettera aperta è firmata movimento Sciopero per il clima

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© Giovanni Salici
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