Un ritorno alle origini per il viaggio di Sheila con l’obiettivo di percorrere in due mesi dalla Svizzera alla Calabria con una bici “salvata”; la Via Francigena sino a Roma e poi oltre sino alla Calabria. Svizzera Calabria in bici: una Storia di “Gente Tra Le Rive”.
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“prima ho anche deciso di vendere l’auto e la bici elettrica…”
Svizzera Calabria in bici
il viaggio di Sheila anche con se stessa
due mesi da Locarno a Soverato
con una bici salvata e di fortuna
domenica, 23 ottobre 2022
In due mesi dalla Svizzera alla Calabria con una bici “salvata”: il viaggio di Sheila inzia così, con una bicicletta riciclata. Da Locarno in Canton Ticino, Svizzera, sino all’estremo dello Stivale a Soverato in Calabria.
Sheila Mileto, si occupa di consulenza sociale a Locarno, ove come attivista dei Verdi locarnesi fu eletta in consiglio comunale nella cittadina sul Verbano elvetico. L’avevamo incontrata casualmente ad Estival Lugano, con l’amico Giordano Rotanzi di “Tucc In Sema” che l’aiuta nella attività. Ancora più prezioso in questo periodo in cui ha dovuto, forza di cose, lasciare gli impegni lavorativi. Ticinese, le sue origini si dividono tra la Valtellina (la madre “malenca” di Valmalenco della località Vetto di Lanzada), il padre Calabrese della provincia di Catanzaro. Da qui forse uno dei motivi di questo viaggio.
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photo © Giovanni Salici-AGSphotoagency.eu
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Sheila Mileto con il gruppo ciclistico “Filippelli Team di Parma” al Passo della Cisa tra Parma e Massa Carrara, Italia, 01 ottobre 2022 SHM20221001_WA0005
richieste di immagini ed acquisto sia per pubblicazioni che per privati ad Archivio Fotografico Giovanni Salici
Avevamo quindi deciso di raccontare questo viaggio, che ancora era in preparazione ad agosto, ed eccoci qua. Sheila è partita dal Canton Ticino con una bicicletta come la definisce lei stessa “da battaglia“. Regalo di un amico la sera prima della partenza. Oggi, mentre preparo l’articolo (sabato 22 ottobre 2022) è a Roma da due gorni. Il viaggio prosegue verso sud, ma leggiamo in questa intervista, dalle sue parole, come sta andando e le sfumature di questo percorso, anche interiore.
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due mesi dalla Svizzera alla Calabria con una bici “salvata”: il viaggio di Sheila
l’intervista in cui la ciclo viaggiatrice racconta molto di se stessa
GSnews – Sei partita da Locarno a piedi o hai deciso di allungare la prima tappa in treno?
Sheila – Sono partita da casa, a Locarno, in bicicletta fino al Debarcadero e ho preso il battello fino a Stresa; un po’ per evitare il primo pezzo di strada sul lago che è molto brutto e pericoloso andando verso Cannobio ed un po’ per “guadagnare” un giorno (che avrei perso solo per atrraversare il lago). Mi sono data una specie di bonus… Sentivo anche un po’ il bisogno di avere un primo momento, tra la partenza da casa e il partire “davvero”, pedalando, di “decompressione”, non so bene come spiegarlo… L’ultimo periodo è stato davvero intenso a più livelli, tra lavoro, politica, famiglia e anche la preparazione ed organizzazione del viaggio è stata impegnativa. Poco tempo prima ho anche deciso di vendere l’auto (vendita avvenuta a distanza proprio nelle prime settimane di viaggio) e la bici elettrica… insomma, mi sono sentita un po’ come San Francesco (senza voler esagerare né essere presuntuosa), che si liberava di tutto il superfluo per partire il più leggera possibile.
GSnews– E’ un viaggio in solitaria quindi?
Sheila – Sì, sentivo questo bisogno di viaggiare da sola, mi accompagna solo un coniglietto di peluche portafortuna (regalato da un amico speciale conosciuto nell’ultimo periodo e che mi ha aiutata anche un po’ a prepararmi, con qualche consiglio pratico, ma soprattutto moralmente, a questa avventura). Coniglietto che ho deciso di chiamare proprio Francesco, in onore al Santo e al suo spirito di semplicità, fratellanza, condivisione e amore per gli animali e la natura in generale. Però, in questi primi 700 km, ho fatto davvero tanti incontri speciali…
GSnews – Quando sei partita da Locarno?
Sheila – Il 19 settembre.
GSnews – Ora dove ti trovi?
Sheila – Sono arrivata ieri a Roma, una giornata davvero incredibile e piena di emozioni (come tutto il viaggio, del resto, ma con un qualcosa in più)! Con tappa in Vaticano per ritirare il famoso Testimonium (di cui avevo scoperto l’esistenza solo poco prima di partire), prova del pellegrinaggio che danno a chi ha fatto almeno gli ultimi 100 km a piedi o 200 km in bicicletta.
Sono stata ospitata da una cugina calabrese, che vive a Roma da trent’anni, con la famiglia.
Visto che avevo fatto più di 700 km e raggiunto (diciamo) la tappa intermedia dopo un mese ed un giorno che ero in viaggio, ho deciso di fare una pausa un po’ più lunga del solito.
GSnews – Stanchezza? Bagaglio?
Sheila – Avevo davvero bisogno di riposare! Inizio ad avere un po’ male alle gambe. Oggi ho anche potuto alleggerire lo zaino, spedendo (ad un amico che vive a Cannobio, che costa meno rispetto alla Svizzera) un plico di libri, tra cui la guida della Via Francigena, che non mi serve più, e, tre libri di uno scrittore e poeta albanese, Çlirim Muça, che era anche il gestore della pensione dove ho passato due notti a Castiglioncello; dopo avergliene comprati due e detto che mi piace la poesia, me ne ha regalato un terzo e su tutti mi ha messo una dedica. Cerco di viaggiare il più leggera possibile (con un solo cambio vestiti) e rinunciare ai libri per me è davvero dura! Qui ho fatto un’eccezione e, ora che ho potuto, mi sono alleggerita. Anche se non c’è l’ho sulle spalle, lo zaino, pesa comunque sulla bicicletta!
GSnews – Come proseguirà il viaggio ora?
Sheila – Domani saluterò loro e mi troverò con Simona (napoletana che vive a Roma), donna conosciuta durante la sosta in un campeggio di Orbetello. Sosta prolungata di una notte, per bisogno di riposare, ma soprattutto perché ho conosciuto lei e altri personaggi simpatici con cui abbiamo finito la prima serata a fare karaoke. Invitandomi alla grigliata di chiusura la sera dopo. Anche lei si è offerta di ospitarmi e mi ha invitata a una festa buddista questo sabato sera.
La ripartenza è quindi prevista per domenica.
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Sheila Mileto al Passo della Cisa tra Parma e Massa Carrara, Italia, 03 ottobre 2022 SHM20221003_154129
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GSnews – obiettivo e traguardo?
Sheila – Il mio obiettivo è arrivare a Soverato, Calabria. L’idea iniziale, era di fare in bici il primo pezzo comprendente soprattutto il Parco del Ticino (perché molto dritto e asfaltato) e poi lasciare la bici a Pavia (regalarla a qualcuno, abbandonarla o lasciarla “in deposito” da qualche parte) per proseguire a piedi. Iniziando a pedalare, però, ci ho preso sempre più gusto! Vedendo che comunque, soprattutto all’inizio, molti tratti di Via Francigena passavano su strade asfaltate, mi sono detta che era meglio farli in bici piuttosto che a piedi.
Un’altra riflessione: essendomi data circa due mesi di tempo (ma molto aperta al fatto che potessero diventare tre o più o che potessi anche non tornare), prima di partire avevo calcolato di dover camminare circa 25 km al giorno. Ma sperimentando poi cosa vuol dire veramente mettersi in viaggio, programmare, trovare da dormire, stancarsi, riposare, ecc… e visto che, di base, il mio voleva (e vuole) essere un viaggio di piacere, dedicato a me stessa ed al godere di ogni momento ed incontro, non una maratona, ho deciso di proseguire il più possibile in bicicletta. Valutando la possibilità, magari verso la fine, di fare comunque una tratta a piedi.
GSnews – Raccontaci della bici, hai venduto la bici elettrica e quindi?
Sheila – Comunque, questa cosa della bicicletta è diventata molto divertente e crea ilarità in chi mi/la vede e viene a sapere del mio obiettivo. Perché, visto che l’idea era di abbandonarla, è proprio una bici “da battaglia”. Consegnatami la sera prima di partire da un amico che salva bici dalla discarica, le ripara e poi rivende o regala. Questo grazie a mia sorella (che non finirò mai di ringraziare) che nel pomeriggio mi chiese (visto che la mia idea era di prendere il mio rampichino non elettrico, senza portapacchi): “Ma non sarebbe meglio avere un portapacchi, almeno ci appoggi lo zaino?”. Quindi ho fatto correre Max, che mi ha portato quello che ha trovato dopo averci dato una sistemata di massima. Beh, non so davvero come avrei fatto altrimenti! Per farti capire quanto mi fossi organizzata!
Quindi non ho proprio niente della ciclista; né le borse adatte, né il kit di riparazione, né i pantaloncini con l’imbottitura protettiva… non avevo nemmeno il portatelefono da mettere sul manubrio per guardare il navigatore. Altro accessorio che ho poi comprato un po’ prima di arrivare a Pavia (su suggerimento di un ciclista incontrato sulla strada con il quale sono ancora in contatto, rimasto stupito dal mio viaggio), suggerimento rivelatosi fondamentale!
due mesi Svizzera Calabria in bici
il viaggio di Sheila non termina
La prima parte del Viaggio di Sheila così come il racconto che vi proponiamo, per ora, termina qui.
Pubblicheremo una seconda parte di questa intervista e di questo viaggio. Non perdetelo, perchè probabilmente si comprenderanno meglio le scelte, il percorso, che hanno portato a questi: due mesi dalla Svizzera alla Calabria con una bici “salvata”.
Nel frattempo potrete consultare l’itinerario e le tappe qui da Locarno a Soverato.
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