L’Africa non cambierà mai ! – part 1

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l’immagine simbolo del nostro reportage sui profughi 2015 (#Profughi2015) L’Africa non cambierà mai !
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#Profughi2015
L’Africa non cambierà mai !
l’incontro

L’Africa non cambierà mai ! – part 1

scirtta il 28 agosto
pubblicata mercoledì 23 dicembre 2015

Una giornata tra i profughi africani in un centro di accoglienza temporaneo a Castione Andavenno, in Valtellina.
La giornata inizia introno alle otto del mattino quando arrivo al centro Oikos di Triagia nel comune valtellinese di Castione.
Ad aprirmi il cancello arriva Benedetta, una volontaria WOOF, che passa le sue ferie lavorando e studiando nuove formule sull’agricoltura sostenibile, sulle produzioni agricole sinergiche, sui prodotti venduti a pochi chilometri di distanza.
La struttura infatti, adibita temporaneamente ad accoglienza, è gestita da Nadia Lotti di Lunalpina. Una associazione locale che promuove quanto sopra sopra, attraverso numerose iniziative tra le quali i “campi di formazione internazionali”.
Ci spiegherà poi di seguito che questo, è di fatto un “campo internazionale” un po’ diverso certo da quelli precedenti (ndr), ma che percorre almeno in parte le stesse dinamiche: ospitalità con vitto e alloggio, tempo dedicato alla didattica con lezioni di italiano per stranieri (dove troviamo anche Hanne, un’atra volontaria WOOF, proveniente dal Belgio, studentessa di architettura, in vacanza, che passa alcune settimane al campo Oikos prima di proseguire per Firenze e poi rientrare nel proprio paese, confidandoci che presto tornerà qui visto che si è trovata bene), didattiche agricole, laboratori artigianali, laboratori di teatro…

Incontriamo subito Biagio, dal passato un po’ travagliato cerca in questo luogo di ristabilire dei contatti umani sani, di cercare un po’ di serenità e sin dai primi sguardi sembra essere sula buona strada; sta facendo un tirocinio nella struttura e si occupa un po’ dei profughi, un po’ della cucina e di quelle quotidianità dell’edificio. Con lui appoggiato alla ringhiera in attesa dell’inizio attività c’è il primo dei profughi che conoscerò, mi stende per primo la mano e mi saluta con un sorriso.
Poco dopo all’interno della scuola tutti gli altri; senza difficoltà mi vengono incontro, un ciao, una spontanea mano tesa ed il ghiaccio è rotto.
C’è anche Sergio, di Caiolo, anni passati qua e là per l’Europa prima di tornare alle origini, si occupa principalmente della cucina e ci riesce molto bene.

Le attività della giornata vengono svolte secondo una scaletta programmata, scritta a gesso bianco su una lavagna da muro divisa in 4 parti: common work, morning, afternoon, common work. Tra il gruppo ed i formatori, i volontari, gli esterni come nel mio caso oggi, si parla italiano, inglese e anche il francese per chi proviene dalla Guinea.
Si perchè i 10 africani ospitati arrivano da lì, dal Ghana, dalla Nigeria.

Nadia Lotti, è la responsabile, ci spiega alcuni passaggi chiave che hanno portato alla nascita della ex scuola oggi sede delle attività di Oikos.
Il comune diede dopo anni di disuso, l’edificio in gestione all’associazione attraverso una convenzione. In cambio di ristrutturazione e manutenzione nonché di cura del verde pubblico. “Lo scorso anno il vice prefetto di Sondrio Salvatore Angieri ci chiese di ospitare dei profughi per l’emergenza in corso allora, ma non fu possibile per una logistica non compatibile con le attività in corso; questa volta a seguito di un’altra richiesta, complice l’estate e la bella stagione, abbiamo potuto liberale dei locali ed adibirli a dormitorio, il gruppo di profughi si fermerà sino al 18 settembre, in attesa di esser poi trasferiti altrove (dove non si sa ndr), i locali usati in questo momento infatti, non sono adeguati per un uso di quel tipo in stagione invernale”. Continua Nadia: “qualcuno di Castione non ha visto bene queste novità, ma devo dire che la maggior parte soprattutto qui a Triagia, è stato ben felice di aiutare anche venendo a cucinare, a portare coperte… “:

L’italiano
Con loro, in una grande stanza adibita alle attività didattiche, entro nel cuore di questa nuova esperienza. La lezione d’italiano, per stranieri, con Meri Tognela, l’insegnante che giostrandosi tra più lingue cerca di portare questi ragazzi ad una conoscenza base della nostra lingua, indispensabile in un paese (il nostro) ove con la lingua inglese, non vai dappertutto.
C’è anche Hanne, la volontaria belga, anche lei vuole imparare l’italiano.
Il gruppo di ragazzi, tutti tra i 20 e 30 anni tranne uno un po’ più cresciuto, aprono i loro quaderni, appuntano le nozioni. alcuni di loro tengono il il foglio su cui scrivere a 90 gradi rispetto alla penna, lo faranno anche quando chiederò loro di scrivermi il loro nome sul mio libretto degli appunti.
L’insegnate si aiuta con fotografie, che rappresentano prima stati meteorologici (bello, sole, nebbia, vento …) poi quelli dell’umore o compartamento (sto bene, sono felice, arrabbiato ….) e loro devono abbinare alle immagini le parole scritte su altri fogli.
Sono bravi! A volte sorprendentemente bravi. Soprattutto in una fase con ricerca memonica sia delle immagini che delle parole, poste in luoghi diversi, sul pavimento, girate per celare il contenuto.
E’ un po’ un gioco, un gioco che aiuta a capire e comprendere.
Mi chiedo solo tra me e me, perché non usare anche parole come tristezza, dolore, immagini a rappresentare stati d’animo negativi. “Come stai? Sto bene, oggi sono felice….” citato da questi giovani uomini dalla pelle scura e gli occhi bianchi (come dicono loro) mi contrasta un po’ con quello che posso solo immaginare dei loro trascorsi, dei loro viaggi, dei loro racconti che poi seguiranno … Mi chiedo come fanno a dire “sono felice” anche solo allo scopo di imparare la nostra lingua.

La lezione si anima un po’, prende una via ludica in alcuni tratti, ma questo fa parte del reale socializzare, dello scambio tra razze, della comunicazione umana.
Quanto mi sembrano obsoleti, desueti, stupidi, inutili e lontani …. tutti quei social network ove si spara di tutto senza nulla sapere.

E’ l’ora di pranzo quasi, c’è un’oretta di relax dopo la lezione. C’è un buon margine di tempo “a perdere” durante la giornata e mi pare giusto, non abituare anche loro a ritmi di vita occidentali a cui spesso noi vorremmo fuggire.

Premi sul link per il reportage #Profughi2015 L’Africa non cambierà mai ! part 1 27 agosto 2015

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Ibrahim
C’è un ragazzo, ha 23 anni, sta seduto sulla sedia poco fuori dalla struttura, da solo, mentre gli altri giù nel cortile sotto il sole attendono l’ora del desinare. E’ Ibrahim Condé della Guinea. E’ alto, uno sguardo ed un atteggiamento riflessivo a tratti concentrato nei sui pensieri senza sorriso. Un sorriso sobrio che compare appena però ti guarda e cerchiamo di comunicare.
Si perchè lui parla solo francese ed io ho perso quasi ogni rimasuglio scolastico di questa lingua.
Così prima, vado alla ricerca di altri rimasugli nella mia memoria, poi fortunatamente si unisce al tavolino anche l’insegnate Meri che utilizzo come traduttrice.
Gli premetto che gli porgerò delle domande e mi scuso in anticipo che alcune potranno essere dure, che capisco che potranno ripercorrere dei momenti particolari, che però voglio capire, o bisogno di capire io in prima persona per poi mostrare agli altri una visione più reale, autentica.
Mi fa capire che non c’è problema.
GS Ti chiedo Ibrahim, puoi dirmi il perchè sei partito, scappato, dalla Guinea?
Ibrahim:In Guinea c’è la guerra, un guerra etnica, io lavoravo in un cantiere, costruivamo l’acquedotto, un giorno, tornato dal lavoro, ho tovato il mio villaggio deserto, non c’era più nessuno, erano scappati da Belà Ksibù, mia madre e tre sorelle e due fratelli, non c’erano più e la porta di casa chiusa; dopo due giorni di attesa e ricerca ho deciso di partire perchè non era più sicuro per la mia vita ….
GS Scusami ma vorrei capire meglio, come funziona questa guerra? Chi e come attaccano i villaggi?
Ibrahim:E’ successo un venerdì durante la preghiera.
GS Ibrahim tu sei mussulmano, cristiano o altro?
Ibrahim:si sono mussulmano.
GS Ma quindi tu sei mussulmano e chi vi ha attaccato?
Ibrahim:altri mussulmani… Ci sono diversità di religione e quindi si combattono, tra mussulmani.

GS E poi cos’è successo?
Ibrahim:… insieme ad un amico col quale poi sono arrivato in Italia dove ci hanno separati, siamo andati in Libia, ma anche lì la situazione non è bella, c’è il pericolo di essere preso e messo in carcere, di essere torturato…. già sapevo che doveva partire un battello per l’Italia, ho trovato quindi dove comprare il biglietto, poi giunto al punto d’imbarco ci siamo accorti che il battello era in pessime condizioni, c’era una falla dalla quale entrava acqua… molti hanno rinunciato ma io ho pensato che non potevo restare lì.
GS Posso chiederti quanto hai pagato per quel viaggio?
Ibrahim:è costato 1000 euro
GS Com’è stato il viaggio?
Ibrahim:ci siamo imbarcati in 103, ci han dato in mano una non definita paletta (ndr) e dovevamo continuamente buttare fuori l’acqua che entrava dalla falla; 2 giorni di viaggio, sotto nella stiva … se avevo sete, mettevo fuori la mano allungandola (non abbiamo compreso da dove ndr) e ci portavano una tazza con un po’ di acqua… poi il battello (così lo chiama) si è perso… (probabilmente da come abbiamo capito gli scafisti lo hanno abbandonato alla deriva ndr)… il terzo giorno una grande nave tedesca ci ha soccorsi e ci ha fatto salire a bordo e siamo arrivati in Italia.

GS Scusa se te lo chiedo, forse una domanda senza risposta o con una risposta a cui non si vorrebbe pensare, tu pensi che un giorno potrai ritrovare e rivedere la tua famiglia oppure no? Che tu possa far ritorno in Guinea?
Ibrahim:mah… può essere, ma io non tornerò in Guinea, lì rischio di fare una brutta fine.
GS Cosa pensi fare adesso, cosa pensi o speri ci sia nel tuo futuro? Vorresti fermarti in Italia o pensi di andare in un altro paese?
Ibrahim:l’unica cosa che desidero è trovare un lavoro, solo quello… in Italia o in Europa … non ho nessuno la mia famiglia è tutta in Guinea e l’importante per me è trovare un lavoro.
GS Secondo te o quello che si pensa in Guinea, l’Europa è razzista?
Ibrahim:No! (risponde deciso) … l’Europa è un tutt’uno con il Mondo!

GS Ti faccio una domanda e rispondimi sinceramente, secondo te, c’è o ci sarebbe qualcosa che l’Europa, l’America o il mondo intero potrebbe realmente fare per risolvere i problemi in Africa? C’è qualcosa che si potrebbe fare per mettere l’Africa in una condizione migliore e di serenità?
Ibrahim:Già aiutano con dei regali (così li definisce) … aiuto per costruire le strade, acquedotti …
GS Si ma … intendo se l’Europa può fare qualcosa per risolvere i problemi politici e religiosi?

Ibrahim:E’ molto complicata l’Africa, molto, non credo sia possibile“.

GS quindi vuoi dire che tutto è destinato a … scoppiare? E’ questo il destino?
Ibrahim:L’Africa non cambierà mai!

Su questa frase, su questo incontro ravvicinato con Ibrahim, osservando la sua fierezza, la sua speranza in quegli occhi che solo a tratti stavano per esondare delle lacrime, orgogliosamente trattenute, termina la prima parte di questa giornata, la prima parte di questo racconto incontro coi profughi africani che ho incontrato qui in Valtellina.

Nello stesso giorno in cui un tale Matteo Salvini, si è recato a Bormio, chiamando a se suoi seguaci, la stampa e tutti i media, io, GSnews, ho preferito andare di persona a sentire e vedere le storie di ragazzi, uomini, come me, con un’altra pelle, un’altra provenienza ma che hanno i piedi sotto bianchi, come tutti gli uomini, quindi uguali a me.
Il viaggio continua, continuate a leggere nei prossimi giorni la seconda parte di “L’Africa non cambierà mai!”

note: alla data odierna il gruppo è stato alloggiato a tempo indeterminato (esamina delle richieste stato rifugiati) in due alloggi presso la Città di Sondrio, In questo modo possono restare unite e proseguire la loro didattica per la lingua italiana ed altro.

© Giovanni Salici
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puoi leggere l’intro
e la L’Africa non cambierà mai ! – part 2
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2 commenti su “L’Africa non cambierà mai ! – part 1”

  1. Grazie Angelo del riscontro. La seconda parte è prevista nei prossimi giorni possibilmente; al più tardi entro il 10 gennaio. Buona lettura e buoni giorni.

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