morire di povertà nel 2015

morire di povertà nel 2015

Busto Arsizio, giovedì 05 febbraio 2015
Con molta tristezza nel cuore e un po’ di rabbia che scriviamo questo articolo riportando la cronaca nera di ieri in provincia di Varese.
Un uomo di 59 anni Luigino Bruciotti, è morto durante la scorsa notte per un incendio nella propria abitazione a Busto Arsizio.
Sembra un drammatico ma possibile incidente, uno dei tanti; ma quando emergono i particolari la storia assume dei caratteri che non possono non far riflettere.
L’uomo viveva col fratello (al momento della morte non presente) ed abitavano in una casa senza corrente elettrica perché, essendo disoccupati da molto, non potevano pagare le bollette con la conseguente interruzione di erogazione da parte dell’azienda elettrica.
In queste notti di freddo pungente, ha provato ad organizzare una sorta di braciere improvvisato (come avveniva nella preistoria o storia remota). Probabilmente l’uomo, in seguito, per cause sulle quali indagano Polizia e Vigili del Fuoco, ha perso conoscenza inalando i fumi del braciere e del principio di incendio.

E’ stato il fratello a trovare il corpo e dare l’allarme una volta rientrato a casa dopo una serata fuori.

Non è certo il primo sintomo questo di una società che sta andando alla deriva e non sa più cosa inventarsi per tirare avanti. Una parte di questa società.
Storie di provincia, di invisibili uomini in città metropolitane, di persone della porta accanto che non hanno da che vivere, ce ne sono tante, sempre di più anche intorno a noi.
Ed allora, sarà anche facile seguire queste notizie e mostrare un po’ di rabbia, ma per Dio, l’indignazione verso le classi dirigenti di questa società che non mostrano alcuna sensibilità verso i problemi veri non può mancare.
Non può mancare la riflessione che a fronte di mancati aiuti (piccoli tutto sommato e tanti) verso le persone in difficoltà, si spendono milioni di soldi per fare eventi di cui si parla di cibo (si parlerà ma si parlerà e basta), come l’Expo, senza un reale scopo benefico come vogliono vendercelo.
Non può mancare quella tristezza, pesante, che con un po’ di buona osservazione delle persone, un po’ di aiuto, certe vite si potrebbero salvare.
Morire nel 2015 per non potersi riscaldare, francamente, mi fa star male.

© Giovanni Salici
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