iter nuove fusioni e post referendum

iter nuove fusioni e post referendum

Milano, mercoledì 8 gennaio 2014
A seguito della riunione in Regione Lombardia delle Commissioni Affari Istituzioniali e Speciale Autonomie, che hanno accolto le indicazioni del voto popolare del referendum sulle fusioni dello scorso primo dicembre 2013, vediamo a seguito del comunicato emanato da Regione Lombardia come si susseguirà l’iter burocratico amministrativo nel corso del 2014.

Saranno 9, su 19 richieste, i nuovi Comuni lombardi che dopo i referendum consultivi per la fusione tra alcuni di loro e la scelta della nuova denominazione, andranno al voto il 25 maggio per l’elezione del Sindaco e del Consiglio comunale.

Le Commissioni Affari istituzionali e Speciale per il Riordino delle Autonomie, riunite in seduta congiunta, hanno analizzato l’esito del voto referendario dello scorso dicembre e si sono espresse per l’accoglimento di nove fusioni (2 in provincia di Bergamo, 3 in provincia di Como, 1 in provincia di Lecco, 1 in provincia di Pavia, 1 in provincia di Varese e 1 in provincia di Mantova).

L’iter prevede ora il passaggio dei progetti di legge di fusione approvati alla Commissione Bilancio (mercoledì 15 gennaio) per la determinazione degli aspetti finanziari e successivamente in Consiglio regionale (nelle sedute del 21 e 22 gennaio) per la loro approvazione definitiva. La conseguente pubblicazione sul BURL (Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia) consentirà ai cittadini di recarsi alle urne il 25 maggio per l’elezione del Sindaco e del Consiglio comunale della nuova realtà amministrativa.
I dieci progetti di legge che non hanno ottenuto il via libera dalle Commissioni consiliari Affari istituzionali e Speciale per il Riordino delle Autonomie approderanno anche loro in Consiglio regionale, ma con la proposta di “non passaggio” all’esame degli articoli di legge in quanto giudicati “non accoglibili” perché la maggioranza dei cittadini si è espressa contro i progetti di fusione.

Questi, in dettaglio, i Comuni interessati alla fusione con la nuova denominazione che assumeranno:

Provincia di Bergamo
– Sant’Omobono Terme e Valsecca (totale “sì” dei cittadini 84%, totale “no” dei cittadini 16%) diventerà Sant’Omobono Terme
– Brembilla e Gerosa (“sì” 77%, “no” 23%): Val Brembilla

Provincia di Como
– Bellagio e Civenna (“sì” 81%, “no” 19%): Bellagio
– Drezzo, Gironico e Parè (“sì” 78%, “no” 22%): Colverde
– Lenno, Ossuccio, Tremezzo e Mezzegra (“sì” 63%, “no” 37%): Tremezzina

Provincia di Pavia
– Cornale e Bastida de’ Dossi (“sì” 87%, “no” 13%): Cornale e Bastida

Provincia di Mantova
– Virgilio e Borgoforte (“sì” 68%, “no” 32%): Borgovirgilio

Provincia di Lecco
– Verderio Inferiore e Verderio Superiore (“sì” 80%, “no” 20”): Verderio

Provincia di Varese
– Maccagno, Pino sulla Sponda del Lago Maggiore e Veddasca (“sì” 54%, “no” 46%): Maccagno con Pino e Veddasca

Non sono state accolte le richieste di fusione, visto l’esito negativo dei referendum consultivi tra la popolazione, per i seguenti Comuni:

In provincia di Bergamo:
– Covo, Fara Olivana con Sola e Isso
In provincia di Como:
– Claino con Osteno, Corrido, Porlezza, Valsolda e Val Rezzo
– Menaggio, Grandola ed Uniti, Plesio e Bene Lario
– Musso e Pianello del Lario
– Faloppio, Ronago e Uggiate-Trevano

In provincia di Varese:
– Cassano Valcuvia, Ferrera di Varese, Grantola, Masciago Primo e Mesenzana

In provincia di Sondrio:
– Grosotto, Mazzo di Valtellina, Tovo di Sant’Agata, Vervio e Lovero
– Chiavenna, Mese, Gordona, Menarola e Prata Camportaggio

In provincia di Mantova:
– San Giorgio di Mantova e Bigarello

In provincia di Pavia:
– Pieve del Cairo e Gambarana

Per quanto riguarda “Menaggio & company” (ovvero Menaggio, Grandola ed Uniti, Plesio e Bene Lario), il capogruppo della minoranza amministrativa del comune centro lariano, Gianluca Pedrazzini (lista Civica per Menaggio), ha in serata dichiarato: “Siamo soddisfatti perché la Regione sembra orientata a rispettare (ormai manca solo l’ufficialità del voto del Consiglio Regionale, che dovrebbe arrivare prima di fine mese) la volontà espressa dai cittadini nei referendum del mese scorso. Si tratta, d’altronde, di indicazioni che erano state già anticipate dalle forze politiche e dai consiglieri regionali espressi dal nostro territorio.
Come forse ricorderete, avevamo avanzato proprio questa richiesta in una mozione discussa nell’ultimo consiglio comunale e significativamente bocciata dal sindaco Alberto Bobba e dalla sua maggioranza, evidentemente speranzosi che la Regione imponesse la fusione anche contro la volontà dei cittadini. Adesso si deve ripartire, respingendo con forza ogni ipotesi di ritorsione contro i comuni vicini – come invece il sindaco ha minacciato anche recentemente in dichiarazioni alla stampa – e lavorando con serietà per allargare il più possibile il consenso verso un progetto di reale integrazione, che permetta di migliorare i servizi e ridurre i costi nel rispetto della specificità di ciascun Comune e della volontà dei cittadini. Chi amministrerà Menaggio nei prossimi anni avrà, tra gli altri compiti, anche quello di collaborare a un progetto nuovo, che permetta a Menaggini e non di dimenticare questo malriuscito tentativo di annessione.

© Giovanni Salici
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