Menaggio & company:
questa fusione non s’ha da fare?

Menaggio & company
questa fusione non s’ha da fare?

Editoriale

Menaggio, venerdì 29 novembre 2013
Affronterò questo tema odierno sotto forma di Editoriale in quanto mi permette, chiarendo sin da subito ai lettori, che, oltre alla descrizione giornalistica di quanto accaduto potrà sovvenire anche qualche opinione personale sull’argomento.

Si è conclusa pochi minuti fa l’ultima delle 4 assemblee pubbliche del Comitato del Si sul Referendum riguardante la Fusione dei Comuni, quella di “Menaggio & company” (simpatico pseudonimo col quale anche in recenti articoli abbiamo identificato il prossimo forse probabile, ma certamente, non certo, gruppo di comuni: Menaggio, Plesio, Bene Lario, Grandola ed Uniti).
Assemblea pubblica è una parola grossa: primo perché l’opinione del pubblico è stata poco richiesta e quel poco spazio rimasto a disposizione è stato anche a tratti malamente e maleducatamente gestito dal Comitato del Si, in secondo luogo perché anche stasera (come avvenne nell’incontro pubblico tra l’amministrazione menaggina dello scorso 12 novembre 2013) di pubblico ce n’era ben poco, una quarantina o poco più come dimostra la foto, tenendo conto di una ventina di persone comunque riferite al Comitato del Si, o a quello del No, o consiglieri comunali vari di maggioranza e minoranza, oltre ai sindaci dei 3 paesi e comuni confinante con quello che, in caso di fusione, è e sarà il capoluogo, il centro, Menaggio. Come Bobba sostiene ormai da tempo.

Inizio ore 21 puntuali, e, puntualmente il Sindaco Alberto Bobba prende il microfono e non lo lascia per ben 2 ore, in un nuovo mono-tono lungo e ripetitivo; poco entusiasmo tra le sedie del pubblico dove anche le persone vicine all’area politica del sindaco e del Comitato del No, sonnecchiano o pensano ad altro, come si può vedere in un’altra immagine che trovate in gallery.

C’è un progetto da molti molti anni che ogni sindaco ed amministrazione insegue come una torre di Babele (ricordate quella torre che doveva essere sempre sempre più alta -Dubai allora non esisteva- e poi alla fine crollò e tutti caddero dal questa costruzione … ed il resto lo sapete vero?!
Questo faraonico progetto di far diventare Menaggio da 9000 abitanti (invece degli ormai storici 3000 circa da 30 anni). Ora questa bislacca idea (credo sia chiaro a tutti perché la definisco bislacca? Chi vorrebbe vivere in una città affollata quando si può vivere in un paese più tranquillo?) per vari motivi non è mai decollata nel tempo, ed allora, ecco la fusione col miraggio di poter “avere tra le mani” almeno una “città” da 5000 abitanti.

C’è inoltre questo rift (sapete cos’è un riff? Un ritornello, musicalmente parlando (lo si trova nelle descrizioni di pop music degli anni ’60), che a mio avviso ha stancato (ma è solo opinione personale) che canta più o meno così “vogliano diventare come la grande Lugano“… “la nosrtra città“. Allora da buon menaggino, campanilista forse anche, ma soprattutto molto legato al territorio, con più radici di un Rogolone, mi scoccia un po’ e vorrei non sentire più questo Riff.
I nostri paesi sono paesi nostri! Rispetto Lugano; è una città che offre molto, a tratti vivibile, a tratti anche lei caotica come altre città, è una città viva di eventi vari culturali e ludici, ci vado volentieri, ma poi sono contento di tornare sul Lario a casa mia. Ma cos’è questa bramosia di imitare i rossocrociati? Questa smania a volere essere “città”?
E’ davvero una invidia legata agli eventi, alle solo apparenti gestioni migliori di questo e quello? Oppure stanno invidiando Lugano in quanto ha distrutto tutto il territorio intorno? Forse si vuole continuare a conciare le nostre colline e sponde come a Lugano hanno conciato le pendici del Brè, o di Paradiso?
Cari amministratori, se volete amministrare una città, candidatevi altrove, noi siamo un paese, sul Lario ci sono solo due città: Como e Lecco, gli altri son paesi!

Scusate, mi son concesso questo sfogo perché anche stasera questa invidia ed ammirazione verso Lugano è ricomparsa come fosse un mito da inseguire. Spero che la fusione (ammesso e non concesso che vi sia) non porti a questo, altrimenti sarebbe una debacle totale, un fallimento culturale.

Comunque dopo Lugano, il discorso si è trasferito su un articolo con intervista a Mauro Guerra, sindaco di Tremezzo esponente di sinistra, che oggi come in altri momenti, ha espresso parere positivo sulle fusioni. Mi pare lampante, ma lo è apparso anche al pubblico che ascoltava Bobba (esponente di destra), che quando non fa comodo destra e sinistra si danno le mazzate, quando fa comodo invece ci si elogia a vicenda.
Alberto Bobba ha poi invece avuto parole dure contro l’ente Provincia di Como e la Comunità Montana, definendole “latitanti“. Forse dimenticando alcuni legami istituzionali tra gli amministratori dei comuni e le stesse CM. Forse la latitanza sta semplicemente nel non prendere una posizione su un argomento così delicato?
Allora mi sovviene una domanda tra me e voi: ma è giusto che i sindaci si schierino per il Si ? Non dovrebbero invece spiegare i pro e contro in un senso e nell’altro e lasciare libera scelta al popolo senza influenzare?
Ma non avrò mai risposta in merito credo. Poi domenica si vota ed ormai quel che sarà sarà.

Nelle oltre due ore di dialettica non sono però mancate molte contraddizioni.
Per esempio è stato rassicurato il pubblico che “i municipi verranno mantenuti tutti e 4 con gli annessi e connessi“; ma poco prima si era invece annunciato che “la polizia locale resterà centrale e quindi a Menaggio“, che “l’ufficio tecnico sarà unico“. Si parla di “risparmio sulle comunicazioni telefoniche in quanto avverranno tra uffici comunali“, ma poi si dice anche che “bisognerà comunque considerare delle spese di adeguamento in tal senso“.

Si notano anche saltuariamente delle performance comiche che mettono in ridicolo coloro che credono nel No Fusione, oppure i piccoli comuni sparsi sul territorio, principalmente quelli che non stanno aderendo alle fusioni, poi diverse battute umoristiche alle quali la sala non batte ciglio e non sorride.

Sempre il sindaco nella sua presentazione annuncia che con un comune da oltre 5000 abitanti si potranno riavere 10 consiglieri di maggioranza + 3 di minoranza, mentre in caso di non fusione dalla prossima legislatura dovrebbero essere solo 5+3. Vi sono equilibri politico amministrativi in gioco a seconda delle due opzioni?
Si parla infine anche del “risparmio” sui segretari comunali che, considerando attualmente tutti i comuni in questione, costano circa 109 mila euro di stipendio all’anno esclusi rimborsi, trasferte, buoni pasto! Si avete capito bene.
Nel caso di fusione pero ci sarebbe un solo segretario, ma con un risparmio di solo 14 mila euro. Ognuno ne tragga le valutazioni.

Al termina della prima parte della serata, nell’ordine, parlano poi l’ex sindaco di Germasino Frascarolo (chiamato come ospite o testimonial della fusione di Gravedona) e poi i sindaci dei comuni di “Menaggio & company”: per Grandola Giancarlo Zanfanti, che risveglia un po’ la sala col suo tono vocale decisamente alto, Plesio con Fabio Conti ed infine il sindaco di Bene Lario Mario Fumagalli.

Non rimane quindi molto spazio per obiezioni o domande dal pubblico.
Dopo un paio di interventi pacati del Comitato del No con Gianbattista Bordoli, riguardati i pgt (ne esce che i pgt continueranno ad essere 4), la disponibilità del presidente del Comitato del Si Ercole Spaggiari, verso le domande del pubblico cala sensibilmente sino a divenire poco cordiale su alcune domande di Cristina Redaelli prima, e di Gianluca Pedrazzini dopo (entrambi di minoranza lista civica per Menaggio), al secondo viene quasi strappato il microfono durante un intervento assolutamente pacato.
Pedrazzini ha dichiarato amarezza “in 3 anni non c’è stata nessuna preparazione e cammino condiviso coi cittadini“.

Poniamo in conclusione l’attenzione proprio su una domanda preoccupata di Cristina Redaelli al Sindaco Conti e Bobba, riguardo una strada Barna-Grandola.
Questa strada è da molti anni nell’aria (quasi tanti anni come il riff di Lugano) ma fortunatamente (ndr) non si è mai fatta forse proprio per mancanza di fondi.
Viene sollevata la questione a tal proposito essendo esplicita la volontà ad inseguire questo obiettivo in futuro ed il sindaco Conti dichiara che “le strade sono convinto portano sviluppo“.
Beh personalmente (ndr) mi auguro che di “sviluppo” dentro le foreste del Parco della Val Senagra non ne arrivi mai!
Lo sviluppo è fatto prima dalla strada, di turisti poco ecologici, poi di acquisitori di terreni, poi di costruttori, poi di agenzie immobiliari, poi di ricconi stranieri che si possono permettere qualsiasi prezzo. Ecco, non vorrei mai avere una strada che porti sviluppo nelle mie foreste, nel mio Parco della Val Senagra, nel mio paese che spero non diventi la brutta ma nemmeno la bella copia di Lugano.

Vi avevo avvisato che questo sarebbe stato un editoriale, dai toni diversi da un comune articolo giornalistico.
Amo il mio territorio!

Domenica si vota sulle fusioni. Non è solo questa di “Menaggio & company”; solo nella nostra provincia si voterà per la Tremezzina, per la Valsolda allargata, per Bellagio e Civenna.
La fusione cos’è? Cosa porta e porterà? Quali saranno i vantaggi o svantaggi?
Risposte?
Per molti la risposta è “non lo so”.
E’ questo il punto. Non ci hanno ancora fatto capire cosa comporta.
Da tre anni se ne parla ma nessuno ha mai accompagnato il popolo sovrano che deve valutare prima e poi votare, attraverso un cammino di sereno e pacato confronto.
La nascita di tutti questi comitati per il No non è casuale.
Non è come qualcuno vuol far credere, che vi siano solo e sempre affari personali dietro.
Perché se andiamo ad aprire il vaso di Pandora, son sicuro che di affari personali ed individualismi ne escono sia sui No che nei Si.
Forse sarebbe il caso di rimandare la discussione per ora, capirci e confrontarci tutti meglio, poi decidere in futuro. Perché lo spauracchio che un domani decideranno dall’alto… mah?! Ci credete?

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Immagini relative all’assemblea pubblica di Menaggio & company venerdì 29 novembre 2013 ed alcune fotografie sul referendum fusione – photo © GiovanniSalici.com

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