Allarme nero
SI al carbone sul Parco del Delta Po


attivisti di Greenpeace a Venezia il 20 luglio 2011
photo di Greenpeace Italia

Allarme nero
SI al carbone sul Parco del Delta Po

mercoledì 27 luglio 2011,
Ieri sera il consiglio Regionale del Veneto ha votato la legge che consentirà ad Enel di procedere alla riconversione della vecchia centrale a olio combustibile di Porto Tolle, in centrale a carbone.
Con questa decisione il consiglio ha così modificato un regolamento che proteggeva una delle aree protette più belle d’italia, nonché una delle zone umide più grandi e ricca di avifauna della nostra nazione.
La legge, ricordiamo, fu proposta dal governatore leghista Luca Zaia e già lo scorso 20 luglio 2011 un notevole gruppo di attivisti di Greenpeace aveva protestato fuori dal palazzo veneziano durante una prima discussione.

Da Greenpeace fanno sapere che non lasceranno che la questione termini così. “Sono state raccolte più di 20.000 firme in un a settimana” si scrive in un comunicato ufficiale dell’organizzazione, “il doppio di quelle messe insieme da Enel a sostegno del progetto di riconversione”.

Andrea Boraschi (Responsabile campagna Energia e Clima Greenpeace Italia ) ringrazia tutti coloro che hanno firmato ed invita ulteriormente a diffondere sia la notizia che la petizione, aggiunge: “Ci opporremo alla legge di Zaia e a quella del governo nazionale e ricorreremo in ogni sede giudiziaria competente, a livello nazionale ed europeo; non è che l’inizio”.

Il Delta del Po è uno dei punti nevralgici della migrazione Africana-Europea.
Ogni anno vi giungono o transitano specie proveniente sin dal sud-Africa. Ricordiamo solo per citarne alcune, i fenicotteri rosa che in Italia nidificano qui, in Toscana ed in Sardegna, il Delta del Po rimane l’ultimo avamposto a Nord dove si trova questo uccello (esclusi luoghi di introduzione semi-domestica); ma oltre a questo troviamo aironi bianchi maggiori, cenerini, sgarza dal ciuffo, egrette, marangoni, rapaci diurni e notturni, per non parlare di moltitudini di gabbiani di diverse specie, e l’elenco sarebbe così lungo da rendere impossibile anche una lista approssimata in questa pagina.
Ogni anno in questa regione del Delta viene organizzata una manifestazione naturalistica che richiama circa 30mila visitatori da ogni angolo d’Europa, quindi economia per il settore turistico ed introiti non indifferenti. Ci si chiede quale potrà il futuro economico del Delta una volta che da quella centrale a carbone verranno sparati nell’area nubi di CO2.
A chi giova tutto ciò?
Avrebbe detto un famoso comico degli anni passati…. ma qui non c’è niente da ridere.

© Giovanni Salici
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Se volete firmare: petizione on-line

vedi altri articoli a riguardo :
carbone sul Parco del Delta Po
ritorno al passato,
ovvero: dove porta il carbone?

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