settimana funesta per gli ungulati

settimana funesta per gli ungulati

Menaggio, 31 maggio 2010
Risale allo scorso sabato 22 maggio l’insolita situazione in cui si è trovato Gianfranco Cecconi, residente a Menaggio, quando uscito di casa per prendere il giornale si è ritrovato davanti agli occhi una scena spiacevole come lo stesso racconta: ” di fronte al cancello d’ingresso, adagiato per terra mi trovo un capriolo (….) Sembrava addormentato, invece era morto, ma perfettamente integro; solo un segno di ferita sul muso. Più in là, sulla strada, una chiazza di sangue. Evidentemente il capriolo è sceso dal bosco sovrastante, si è trovato sulla strada “Regina”, davanti all’antico e ormai ex -Crottino del Lauro- ed è stato investito da una macchina. Poi, ferito, si è trascinato proprio sul cancello di casa nostra o qualcuno, forse lo stesso guidatore lo ha spostato; immaginando che altri se ne sarebbe occupati.”

(ndr) Purtroppo in questi periodi non è difficile imbattersi in caprioli o cervi, anche su sentieri battuti o strade che, seppur trafficate di giorno, durante la notte lasciano lo spazio ad un transito di questi animali, in cerca di cibo, di un posto dove abbeverarsi o semplicemente di un prato dove passare qualche ora.
Alcuni sostengono che ve ne siano troppe di queste creature, che siano in incremento numerico. Forse la realtà è più semplice della fantasia e questi animali sono più visibili di un tempo perché sempre più vengono chiusi i cosiddetti corridoi ecologici. Questi corridoi non sono altro che dei passaggi che gli animali utilizzano per gli spostamenti. Purtroppo la cementificazione selvaggia di questi anni ha chiuso molti di questi passaggi senza pensarci due volte, spostando le destinazioni di cervi e caprioli, sempre più in pochi luoghi rimasti “aperti”.
Come spesso accade la mano umana si muove troppo sovente in direzione di biglietti di carta dal valore dubbio invece di muoversi in direzione del cuore nel rispetto di quell’ambiente a cui dobbiamo la nostra ricchezza interiore, ma anche, non dimentichiamocelo, quella più venale.

© Giovanni Salici
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