il lago è malato

il lago è malato, schiuma nel Lario photo © Giovanni Salici il lago è malato, schiuma nel Lario photo © Giovanni Salici il lago è malato, schiuma nel Lario photo © Giovanni Salici il lago è malato, schiuma nel Lario photo © Giovanni Salici
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schiuma nel Lario sul lungolago di Menaggio – photo © Giovanni Salici

EDITORIALE
il lago è malato
Menaggio, 20 luglio 2009
Succede in questi giorni di caldo luglio (giugno, agosto, settembre, maggio….) che io osservi sofferente queste acque del mio Lario.
Nonostante trovi dei “buchi” spazio-tempo in cui tuffarmi nell’acqua, solo a tratti apparentemente limpida, rimango allarmato quando scrutando, da poco sotto la superficie con la maschera, mi vedo accanto ai pesciolini disorientati, venir contro una discreta e perseverante sostanza in sospensione, inequivocabilmente enfatizzata dalla luce del sole che, tramontando, illumina la verdastra acqua. Cacca.
Non so se ridere o se piangere leggendo di alcuni premi che da più parti vengono assegnati ai comuni lariani. Solo a titolo esemplificativo a Menaggio il Touring Club dette la “bandiera arancione” come simbolo di bel borgo, non volendo vedere che del bel borgo rimangono ormai pochi scorci nascosti qua e là da ben più numerose moderne palazzine. Pochi giorni fa Lega Ambiente premia alcuni comuni del Lario con le “vele”, premio elargito sulla base (sarà?!) della pulizia delle spiagge e della balneabilità delle acque.
Sempre solo per esempio, la mia Menaggio si attesta ben 4 vele (credo il massimo).
Eppure io vivo sul lago tutto l’anno, lo conosco molto bene ed alcune zone come le mie tasche, lo percorro a piedi, dalle sponde, a nuoto per quel poco che vado, con la canoa lungo le coste. In estate ed in inverno lo percorro con amore, accarezzandogli a volte la superficie con la mano come per dimostrargli gratitudine nel solo esserci e nel resistere ai numerosi attacchi. So bene che non è come lo premiano!

Sul lungolago di Menaggio le 4 vele di Lega Ambiente si sporcano di schiuma spessa un giorno si ed uno no. I turisti tedeschi non si sa come fanno il bagno nella schiuma, nelle sospensioni color marrone, nei resti di ex intimità femminili. Le spiagge sono punto di sosta di elementi plastici trasportati dall’acqua e che nessuno raccoglie se non qualche volenteroso passante. Resti di gomme, resti di pic-nic domenicali, resti che restano o che solamente si spostano di spiaggia in spiaggia in un vagare nomade che non avrà fine.
Ma tutto il lago è uguale. Stamattina, 30 luglio 2009, ho tentato di fare il bagno in punti diversi tra Cernobbio e Menaggio, ho dovuto rinunciare. Acque sporche e schiumose, ovunque, in densità diversa, certo, ma ovunque.
Il lago è malato, lo sappiamo da anni, a poco son serviti gli sforzi della depurazione (sebbene dovuta e migliorativa) perché è evidente che non funziona come dovrebbe, a volte guasta, a volte carica stracarica di lavoro, lavoro di depurazione che aumenta anche in virtù di una mancata frenata edilizia.
Il lago è malato e nessuno lo vuole curare.
Non interessa a nessuno, questa è l’amara verità che ci appare.
Ambiente, parola da evitare, tranne quando la lontana Comunità Europea decide di elargire fondi per “valorizzare”.
Allora tutti si riempiono la bocca con la parola Ambiente. Forse questi dannati fondi farebbero meglio a donarli personalmente alle famiglie che faticano a vivere o acquistando latte buono che spesso viene distrutto (ma questo è tutto un altro discorso), invece di costruire muretti più o meno grandi in virtù di una “valorizzazione” che ha più della devastazione e non della salvaguardia ambientale.
Inviterei chiunque in futuro volesse elargire premi “ambientali” a cambiare prima di tutto la dinamica delle valutazioni e dei “punteggi”.
A conoscere attentamente la zona, ad osservarla, più volte, da più angolazioni. Ad agire col cuore, non con degli schemi prestabiliti.

Il lago è malato, basta guardare!

© Giovanni Salici
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alcune immagini dell’inquinamento costante delle acque del Lario

richieste di immagini ad Archivio Fotografico Giovanni Salici
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