kayak uscita xxx 20091122 alla ricerca del guano perduto

Menaggio, domenica 22 novembre 2009 h 16,41

kayak uscita xxx 20091122
alla ricerca del guano perduto

Questa mattina mi sono alzato di buon ora, poco dopo le 06,30.
Armato di buona volontà e della mia canoa, ma soprattutto di fame di conoscenza, mi sono recato dopo alcuni mesi, alla colonia di Cormorani, in quel di Santa Margherita in Valsolda.

Da una settimana un bombardamento mediatico da parte del Corriere del Ticino, Corriere di Como, Espansione TV, non si capisce bene sino a qual punto fomentati dal sindaco di Valsolda Alberto De Maria, o viceversa, sta spingendo ad una raccolta firme per l’abbattimento “controllato” di questi uccelli con la scusa di alcuni problemi che questi darebbero. Credo che questi personaggi non conoscano né la situazione, né tanto meno questa specie. 
Si sono sparate cifre e dati che non stanno né in cielo né in terra. Siccome volevo controllare personalmente questa situazione, eccomi ad Osteno pronto ad imbarcarmi nonostante una non indifferente foschia ed una temperatura non proprio mite. Ma si sa; se mi fermassi dinanzi a ciò, che Gio Temerario sarei.

Canoa in acqua alle 08,28.
Munito di cavalletto, fotocamera con 20 e 50 mm ed il solito zoom 200-400 VR per le immagini più ravvicinate, scarponcini per l’escursione in colonia, e stavolta senza dimenticare cioccolato, brioche ed acqua per ogni evenienza, parto per questa avventura.

Lo scopo era di smentire una serie di notizie faziose e tendenziose non corrispondenti alla realtà (che già conoscevo come non reali, essendo oltre che frequentatore della zona, anche fotografo naturalista) che sono circolate nella scorsa settimana. 
Notizie tipo “10 mila cormorani invadono il Ceresio” oppure “il guano maleodorante”, od ancora che il guano sta distruggendo le piante, che gli uccelli si mangiano tutto il pesce, e cose così. 

Già subito in acqua, mi imbatto in un paio di barche di pescatori della domenica, che non si curano minimamente di 3-4 cormorani che oziano nelle acque tranquille di fronte ad Osteno. Un pescatore sul pontile butta la lenza mentre io slalomeggio tra la sua esca e quella delle barche. Ci sono una miriade di piccoli pesci, che saltellano freneticamente. 
Mi domando come possono saltellare così se non esistono più come riportato più volte?!

Poi proseguo lasciando dietro il paese ancora addormentato e costeggiando, lievemente, spinto da un’aria proveniente da Porlezza, direzione quindi est-ovest.
Poco dopo comincio a scattare fotografie della costa. La giornata è pessima come luce, oggi credo farò solo foto documentative. 
Mi interessa far vedere (contrariamente a quanto asserito dalla “stampa” accreditata, dal sindaco ed alcuni intervistati di parte) che la costa da Osteno a Santa Margherita, con le varie seconde case costituite da vecchie cascine rimaneggiate, edifici del secolo scorso abbandonati o ristrutturati e nuove ville, non sono tempestati dal guano, ovvero la cacca dei cormorani, ma stanno in perfette condizioni ambientali ed abitative (tranne appunto gli edifici abbandonati a se stessi). 

Infatti mi ritrovo abbastanza velocemente a pagaiare lungo tutto il tratto, scattando una serie di immagini per oltre 2 km senza riscontrare alcun problema o danno all’ecosistema. 
In tutto ciò, i cormorani che incontro durante il tragitto saranno stati circa una ventina, contando i primi, appena imbarcato. 

Giungo a Santa Margherita, che in realtà si trova abbondantemente 300 metri prima della colonia, forse anche di più.
Mi soffermo a fotografare dall’acqua gli edifici che un tempo sicuramente videro miglior vitalità. Quella vitalità che in alcuni mesi estivi riappare, per breve tempo, perché poi tutti, i turisti tedeschi ed i Valsoldesi che vi giungono con la barca, lasciano il luogo, all’arrivo dei primi sentori di fine estate. 
Anche a Santa Margherita, con la sua chiesetta che scruta l’acqua dalla riva, i suoi dipinti edifici, e quelli con le persiane che cercano di cadere in cortile…. di cormorani, e di guano, non ce ne sono. E gli alberi ingialliti in questo tardo autunno, fioccano ancora le foglie colorate sui verdi prati a ridosso della cupa acqua del Ceresio. 
Tutto ciò è ben lontano dai catastrofici scenari dipinti dalla stampa ed alcuni personaggi. 

Proseguo, ormai giunto alla colonia comincio ad intravedere qualcosa di più consistente. 
Si fa per dire. In realtà le mie attese, un po’ timorose di trovare una situazione anche parzialmente negativa, si dissolvono.
Sono ormai le 10,30 quando arrivo davanti alla colonia.
Scatto le foto; quello che posso registrare sulla scheda di memoria della mia fotocamera, ma anche nella mia mente è questo: i cormorani che sono appollaiati e che ogni tanto intimiditi dall’uomo in acqua, si involano per poi tornare, sono non più di 20 forse 30. 
La zona che descrivevano come devastata dal guano, boschi distrutti dove non cresceva più nulla,  in realtà copre una superficie lungo la costa (e solo lungo la costa) di circa 250 mt, per una profondità in “entroterra” di non più di 20 metri e non sempre. La verità è che vi sono alcune piante a bordo del lago semi imbiancate dal guano (semi), per lo più sono piante secche da tempo, rovi, cespugli, alcuni rampicanti (parassiti) su un paio di conifere, e qualche faggio o frassino un po’ “spruzzati.

Certo non penso che i cormorani presenti qui siano solo quelli che sto vedendo. 
E’ probabile che altri siano fuori e ritornino in giornata. Ma anche valutando la superficie così definita “intaccata dal guano” non si può pensare che questa superficie possa ospitare i fantomatici 10 mila (ma nemmeno 6-5 mila) cormorani dichiarati sui media. Su questa superficie, potranno starci non più di un migliaio di cormorani. 

Basta scendere a terra come ho fatto, passeggiare nel bosco e rendersi conto di quanto questa visione distruttiva in realtà non abbia…. per rimanere nel gergo… radici, fondamenta. Il bosco anche dentro la colonia è assolutamente giallo dalle foglie autunnali, il muschio forma dei cuscinetti sugli antichi sassi e sui tronchi tagliati dall’uomo o spezzati dai temporali. Guardando da una trentina di metri dal pendio sovrastante,  verso la costa, verso il lago, non si può che rendersi conto di quanto poche siano le piante interessate dal guano, e di queste quanto poco siano gli alberi pregiati. 
L’unico edificio interessato dal “guano” è una antica abitazione ormai trasandata appartenente ad un anziano signore che da tempo non dimora più nemmeno d’estate (ma non certo per i cormorani presuppongo) ma che gode in ogni caso di un tetto pressoché intatto da questo scarto naturale (se non su una striscia di pochi dm sulla parte a monte); un’altra casa invece in prossimità del confine Italo-Svizzero (ed ai margini ovest della colonia), gode di un bel platano in giardino, assolutamente intatto e con le foglie secche ancora attaccate ai rami. Intorno a questa casa alcuni rovi, frassini e faggi sono interessati parzialmente dal fenomeno. Quasi come se i cormorani stessi abbiano voluto non dare ne avere problemi coi vicini.

Faccio alcune foto naturalistiche a quei pochi esemplari presenti. Torno alla canoa, faccio anche i miei bisogni fisiologici, così lascio anche la mia traccia. La mia presenza.
Ritorno, non prima di scattare altre foto e godermi questa mattina d’autunno che, anche se grigia sulla sponda opposta, quella “umana”, qui si tinge dei gialli e verdi della flora, di azzurro dei Martin pescatori, dei colorati becchi degli aironi, e degli occhi verde smeraldo dei cormorani.

Sono stato alla colonia dei cormorani: non ho avuto paura di prendere malattie, la salmonellosi tanto sventagliata come spauracchio…. mi pare proprio una informazione terr….  non ho sentito le puzze ne odori spregevoli. Anche alla colonia semmai il profumo che si respirava era quello dei tronchi umidi, e un odore lieve, non certo sgradevole, quello dato dalla melma e dalle foglie che marcivano in darsene naturali. 

Mi preoccuperei maggiormente dei rifiuti umani, delle plastiche, ed altro ancora, abbandonati lungo tutta la costa del Ceresio.

Osteno, sbarco: canoa fuori dall’acqua h 12,00
km percorsi 06 circa

© Giovanni Salici
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Tutti i diritti sono dell’autore

leggi anche questo articolo ed il documento con cui si chiede buona informazione e chiarezza

Immagini relative alla zona costiera tra Osteno e Santa Margherita in Valsolda, e della colonia dei cormorani.

richieste di immagini ad Archivio Fotografico Giovanni Salici

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